2372 Commenti Osservan,do le cose in relazione alla tradizionale supremazia dei grandi paesi capitalistici, sii può dire che il continente nero rap,presenti il teatro sia d,i un decisivo colpo al colonialismo, sia di esperimenti di un nuovo rapporto fra paesi sviluppati e sottosviluppati. Politica inglese di rinnovamento Commonwealth, americana di intervento attraverso forme di assistenza economico-culturale, francese e spagnola alternativamente repressiva o filoislamica, si incontrano e scontrano con gli in,d.iriz.zi di supremazia razziale, sostenuti dai coloni d'Algeria e dai boeri del Sud. E' entrata in funzione la possibile funzione di un organismo supernazionale sotto profilo tanto economico che politico, sono in ballo profitti legati ora a sfruttamento del sottosuolo, ora a pregiati prodotti agricoli, ora alla creazione di nuovi mercati. Vi è, insomma, quasi lo specch,io delle varie gradazioni, stratificazioni, tendenze del sistema capitalistico dei nostri giorni. D'altro conto l'Africa, congiuntamente alle altre aree sottosviluppate ( paesi densamente popolati dell'Estremo Oriente in primo luogo) è divenuta banco di prova di prim' or,dine. per le correnti di tipo socialista, comunista, o in genere collettivista-rivoluzionario. E non soltanto da un punto di vista di aree d.i infiuenza, per cui l'Unione Sovietica e ormai anche la Cina diventano quasi automaticamente il contraltare contrapposto dai movimenti di liberazione ai tradizionali imperialisti, ma anche dà./ punto di vista -di concreti esperimenti nella pianificazione e,d organizzazione sociale, e nel!'equilibrio fra sviluppo economico, eleva1nento del tenore di vita, partec_ipazione politica. Tutti problemi dei quali anche in questa sede ci siamo occupati, e. sui quali ritorniamo in questo numero con gli articoli di Gilbert Etienne e di Renato Grispo. Non diversamente, se ci si pone dal punto di vista delle prospettive tanto economiche che politiche dell'Europa occidentale, il ruolo delle vicen,de africane appare rilevante. La Francia resta naturalmente la piu interessata, perché dalle sorti della guerra d'Algeria dipende in gran parte o il dissanguamento del suo bilancio o il sacrificio di parte dei suoi progressi come potenza industriale, o viceversa la liberazione da un fardello di spese improduttive e fors' anche la creazione di un originale rapporto di scambio tra manu/ atti e capitali da un lato e risorse di materia prima e mano d' o,pera dall'altro. Inutile insistere poi sulle conseguenze di ordine politico che ha la vicenda algerina sull'orientamento interno della Francia, sempre prossima ai pericoli del fascismo e tuttora disorientata quanto a una ripresa della sinistra. Ma negli articoli che qui di seguito pubblichiamo, di Eligio Vitale e soprattutto di Paolo Gobetti, si sottolinea opportunamente il sig~ificato largamente europeo e se vogliamo "mediterraneo" delle sorti BibliotecaGino Bianco ..
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