Passato e Presente - anno III - n. 18 - nov.-dic. 1960

23,68 Commenti va male, senza, di necessità, che quella radicale vada benissimo o vada comunque. I radicali hanno continuato efficacemente una campagna giornalistica. Se in qualche città hanno avuto buoni successi a spese dei compagni di lista socialisti, si tratta di una coerenza polemica della minoranza di elettori socialisti che esprime preferenze. Grande sorpresa per qualche dimezzato ritorno elettorale al PCI. E' vana la fatica di chi rinfaccia le scelte morali del '56. Moralmente, dal '56 a4 oggi vi sono buone ragioni per intendersi di nuovo coi comunisti o perlomeno di sentire vacillanti altre moralità. Si dovrebbe invece chiedere a questi elettori di spiegarci quali sono le novità politiche e culturali del PCI che possono motivare, in un altro senso, un tal passo. I voti morali sono voti fluttuanti su cui è bene non contare e, soprattutto, non disperarsi se hanno un nome e un cognome che continuano ad essere simpatici. c. m. DuE OPINIONI SUGLI INTELLETTUALI CI-IE FIRMANO. E' inutile ricordare il significato che ha voluta, per ogni singola persona che lo ha fatto, l'aver firmato in Francia il manifesto dei " 121 ". Ognuno, firmando, ha deciso di rischiare il posto, forse il carcere, l'ostracismo e le rappresaglie, anche fisiche, degli squadristi di destra e dei "paras ". In Italia, qualche tempo dopo questo gesto che in Francia ha avuto quasi significato insurrezionale contro le istituzioni esistenti, un gruppetto di intellettuali, proprietari, industriali, editori, premi No bel, e altra gente cosJ (fra cui alcuni che conosciamo come persone serie) ha deciso - li immaginiamo volentieri riuniti in qualche salotto - di ... firmare lo stesso manifesto. Un gesto talmente ana_cronistico e per certi versi, direi, oltraggioso nei riguardi dell'atto. compiuto dai francesi in condizione. di reale impegno civile e di pericolo, che converr~bbe trascurare e lasciare ca,dere nel silenzio, se non andasse invece considerato come in-dice di un costume che sta ri-prendendo pieJ,e da noi. Gli intellettuali ritornano a firmare. Ritornano a credersi importanti, e importanti in quanto intellettuali, in quanto corporazione cle-: ricale. E importanti vuo~ dire: abilitati, con l'esposizione del loro prestigioso nome, a far decidere gli altri per una scelta piuttosto che per un'altra nelle alternative che si pongono all'azione di ognuno. Il caso degli intellettuali italiani che vanno a firmare · una dich·iarazione di insubordinazione a un'autorità cui non sono sottoposti, può esser stato Biblioteca Gino Bianco

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