Passato e Presente - anno III - n. 16/17 - lug.-ott. 1960

• I cavalieri della paura 2197 e rapido accrescimento di pòpolazione europea (dal V seco'lo al 1800, dichiara Ortega, vivevano in Europa 180 ,milioni di abitanti, mentre in soli cento anni dal 1800 al 1914 la popolazione è salita a piu di 460 milioni) e insieme dalla estrema tecnicizzazione -della vita mo.derna. Oltre- , tutto dalla progressiva suddivisione delle scienze - che lo scrittore spagnolo non esita a de,finire ' infausta ' - è derivata una straordi- . ' naria comp1essità in tutti i campi della tecnica, cosf che ognuno deve limitare il proprio orizzonte a porzioni semp·re piu ristrette della propria materia, fino al punto che l'operaio, lo scienziato, lo studioso sono separati dalla loro opera. La « barbarie >> dello specialista (cui i'uomo-massa crede cieca.mente) consiste nel fatto che fuori del suo particolarissimo ordine di ricerche e attuazioni egli si comporta in · tutti i campi con mediocrità é inco•m1 petenza, precisa·mente come l'uomo-massa, ma vanta su di esso il prestigio della verità parziale, conosciuta ed esemplata con puntualità e precisione 24 • Anche io Stato è diventato ~ponimo e oppressivo come la tecnica: una macchina terribilmente comp•licata, la burocrazia, che formalizza e aliena i rapporti trà il cittadino e il suo Paese. I•l governo totalitario è dunque l'es·pressione dell'uomo-massa. Tanto il comunis·mo che il fascis·mo sono dittature e sono entrambi al servizio della mediocrità. E qui Ortega, da buon liberale, fa ap-pello ad una piu intima in-dipendenza del·l'uomo, il quale deve raccogliersi in se stesso e non mai darsi a·lla on-data dell'amoralismo che è il segno della itresponsa,bilità de}la massa, né soccombere al moloch statale. Al piano quinquennale sovietico, cui non nega il valore esemplare di una fede compatta ma duramente disciplinata, Ortega esorta infine ad opporre la nuoya morale dell'Occidente, una sorta di razionalismo attivo, concreto, proponendo la costituzione dell'Europa in un gran-de stato nazionale. Altrimenti è la fine. Anche qui la profezia cade nel giro di un pessimismo alla moda: questa aristocr~zia dello spirito, che intende evitare i contatti impuri, è vecchia quanto il mon-do. D'altra parte i·l razionalis-mo attivo ~rteghiano, la raz6n vital, è a mezza strada tra il vitalismo di Simmel e lo storicismo del Dilthey. E se l'uo·mo-massa non appartiene a ceti o classi sociali, come so-stiene Ortega, pure non è chi non veda in lui il rappresentante ti1pico -del proletariato, che inten-de far valere 24 Un te-ma, questo; che ritroveremo in ZAMIATIN e in A. HuxLEY, nei loro mondi dell'era matematica dove tutto è come sterilizzato e ognuno è chiuso nei ranghi del proprio << servizio specializzato». , . •• Bibliotecc1 ino Bianco

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