• Luglio e novembre 2139 certo piu per una libertà da conquistare che da difendere. Tuttavia allo stato delle cose, fino a novembre e dopo, non possiamo sapere se erano davvero cosi. profondi i motivi del movimento e cosi vasta la sua portata: ci sembra p·erfettamente legittima anche l'ipotesi piu limitata e pessimista, che spiega tutto con fattori specifici, locali, come i recenti licenziamenti dalle fabbriche JR/ a Genova e il ruolo della categoria dei portuali in quella città, la capacità di organizzazione e mobilitazione del partito comunista a Reggio Emilia, la disperazione del sottoproletariato in Sicilia. Eppure no: troppe cose si sono mosse e si muovono, non soltanto in Italia, perché tutto ritorni nell'alveo tradizionale, perché i fatti di luglio non siano almeno il sintomo di una situazione nuova. Anche se il capitalismo italiano tendesse a riadagiarsi nella sua vecchia ignavia, anche se i partiti del movimento operaio si lasciassero sopraffare . dalla sclerosi burocratica, non potrebbe riprodursi l'immobilismo degli anni '50. Nel mondo maturano nuovi sviluppi e nuove crisi, che hanno contenuto_ e forma nuovi rispetto a quelli tradizionali delle "grandi crisi" dell'economia capitalistica e ,dei conflitti tra stati imperialisti per l'accaparramento dei mercati. Oggi la crisi del capitalismo si ,presenta in termini di contraddizione fra la massima esp1 ansion-e delle capacità tecnologiche e produttive e l'insufficiente soddisfacimento dei bisogni che sono da considerarsi fondamentali secondo una scala di valori fatta a misura dell'uomo e non del profitto capitalistico. La crisi dell'imperialismo può restare ancora latente fin quan.do si ponga soltanto in termini di contrasto di potenza e di gara produttivistica col "campo" comunista, ma insorge virulenta di fronte ai problemi, alle pressioni e al travolgente movimento di liberazione de-i paesi sottosviluppati. Queste sono le prospettive degli anni '60. E questa, almeno, è per noi una certezza, che ci for•nisce un orientamento per trarre dai fatti di luglio una indicazione di tendenza. CUBA, SOCIALISMO ANTICONFORMISTA Forse stentiamo ancora ·a cogliere, di qua dell'Atlantico, certe conseguenze a largo raggio del _procedere della rivoluzione cubana. Nessuno può assicurare, s'intende, che nella grande isola la partita sia vinta per Fide/ Castro, né si possono prevedere le fasi attraverso cui si andrà avanti. Però fin d'ora appare chiaro che si tratta di un Bibliòteca Gino Bianco
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