• I cava.ieri della paura 2179 nella prima ·parte della Fenomenologia dello spirito, aveva considerato l'ambiguità di un 1'"apporto paternalistico del Signore che affronta la lotta per la vita e del timido servo che lavora per lui per farsi difen,dere: i:l rapporto si rovescia dialetticamente a1lorchè il servo si accorge, attraverso l'esperienza del .lavoro, che 110n è il Signore a mantenere in vita il servo, ma proprio il contrario, cosf che l'uomo , libero (il Signore) dipen,de necessariamente da·l lavoro. Non,diffieno .proprio ·nella estrema difesa dell'uom·o libero 'rinasc1mentale', del ·sovrano ar,bitro della storia, vengono ·di,rette le tesi esorcizzanti dei pensatori irraziona 1 listi, da Nietzsche, a Simmel, a Scheler, a Weber, fino a Keyserling: smantellare quella sicurezza ancestrale de1'1aborghesia media - ferma nella persuasione di una legittima divisione sezionale della società - mostrando che i cospicui . rist1ltati raggiunti dalla rivoluzione industriale non erano un naturale appannag·gio della classe al potere (riconosciuta dai piu nella Provvidenza) ma erano· piuttosto ·da con1 siderarsi come l'intrepido p·unto di approdo di una catena di ob·biettivi -diversi opportunamente fusi in uno schieramento economico com·patto, su scala naziona'le; eranq insomma i sim·boli ,di una potenza ,dell'Uomo sulla Natura, il sigillo di u~a supremazia -della volontà e dell'inizia~iva della volontà e dell'iniziativa su·ll'anonimato pella tecnica, riJevato nella strumentàlità del lavoro. Cosf la sconfessione del materialismo e della dialettica idealistica, come ·pros·pettive superate dall'insorgere dei corriplessi motivi del·la creatività capitalistica, appariva come una sveglia dell' anima borghese contro il ris·ta,gno del conformismo patriarcale dell'età romantica, u·n invito alla lotta nello spirito di conquista della nuova e operosa classe im·pren·ditoria'1e. A questo punto occorre dire che ,l'inconoc.Iastia del Nietzsche (che aveva avuto sulle prime, dalla Nascita della tragedia ad Aurora e fino a Umano troppo umano, del 1876, direzioni ben preci1 se nel rovesciare dai loro troni polverosi quegli ordini di pensiero, di fede e di costume in cui i·l fine fosse appaTso fuori della libera natura dell'uomo) identìficando successivamente, nella creatività capitalistica l'espressione materiaJizzante della volontà -di potenza, la sua indebita trasposizione nel mondo della -produzione, finiva (con lo Zarathustra, e con Aldilà del bene e del male, ·del 1886, ma già qualche anno prima con la Seconda Inattuale) per rigettare l'autentico valore çlella nuova classe borghese, per Ja quale dopotutto egli si era battuto, nel lim•bo di una flagrante inconsistenza dei fini, quelli appunto della Biblioteca Gino Bianco
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