Passato e Presente - anno III - n. 16/17 - lug.-ott. 1960

2168 Romolo Runcini doveva scaturire il sotti1 le gioco dei com.pro·messi contro ogni attestazione di principio, la parola venduta sottobanco per una tregua p1"ovvisoria con l'avversario, il quale difficilmente aveva un nome e lo ebbe soltanto allorché in pieno conflitto si resero evidenti i feroci metodi di sterminio, nonché l'irrazionalità e la portata di una ideologia che ·perseguiva l'in.fame strettoia ,della supremazia di razza e deil genio della stirpe 15 • Non era ormai, questa, una guerra come tutte le altre (anche se da1 l punto di vista militare rappresentava la continuazio1ne della << guerra di materiale» del 1915-18, ingigantita a dismis·ura sul piano logistico e su quello strategico): non era piu in gioco l'equilibrio d'Europa oppure del mon·do, ma la sorte dell1umanità stessa, chiamata a giudizio da una folle -mitologia · eroica, fondamenta,lmente negatrice degli antichi valori di libertà e di eguaglianza, da una aristocrazia del terrore organizzato che vantava sul mon-do i propri diritti di vita e di morte. Cadevano ora miseramente 1le intenzioni didascaliche e moraleggianti dei vecchi scrittori pacifisti, mentre pren,deva corpo, in modo diretto e inusitato, il richiamo all'azione ,degli intellettuali rivoluzionari, e ciascuno era coinvolto nella lotta contro il tiran·no, di fronte a1 He torture, al-le rap-presaglie, alle distruzioni, ai massacri visti e sofferti da tutti, in runa guerra che la barbarie nazista aveva imposto senza esclusione .di colpi. Ma nòn si trattava p,iu -della lezione ideale di una generazione provveduta a quella piu giovane; non era nepp1ure il riflesso, un tempo folgorante, delle voci dolorose e inquietanti (ma non contaminate dall'estero) di acuti scrittori, da Kafka a Hungar, a Gide, a Eliot, che poteva sorpren,dere Je giova·ni generazioni, poiché queste avevano ormai una nuova esperienza della catastrofe. I diritti dell'uomo non erano .•piu sçritti sulla carta. L'antico paradigma della libertà acquistava sollecitazioni sem.pre piu concrete e personali, inquinato com'era dagli orr-ori della guerra, cosf da riflettere il generale disagio, la difesa estrema per la sopravvivenza, ogni sorta di violenze contro la natura umana, che so1o Malraux, Huxley, Koestler, o lo stesso Sartre, questi moderni cavalieri de1 lla paura, erano in gra,do di testimonìare con le loro terrificanti visioni di mondi immaginari o reali, sommersi nel n·ulla. Accadeva che '1e loro accuse .:_ anche se dirette, come vedremo, in una ben in,dividuata zona di interessi, per · l'angoscia del,l'uomo collettivizzato -· erano cariche di nere profezie. 15 H. RAuscHNING, La rivoluzione del nihilismo, Milano, 1947. Biblioteca Gino Bianco

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