.. • I cavalieri della paura 2167 cani): tutte queste sono le tappe della cruenta odissea che con-dusse l'Europa, in meno di venti an,ni, alla catastrofe della seconda guerra mondiale. La guerra di S-pagna, in og·ni caso, costituisce senz'altro l'evento saliente di una crisi che derivava dai lunghi e contesi richiami dei va.lori verticali del,la cultura, non ma~ superati, anzi inconsciamente sostenuti da coloro che ritenevano di poter di.fen,dere la libertà come un bene di natura, come una proprietà dell'io, facendosi cosf paladini di una crociata ideale, fuori dalle mete sicure e immediate dei professionisti della politica. Le testimonianzè dolorose e inquieta·nti di Malraux e di Koestler, e. quelle, sotto altri profili meno impegnate e co,rrosive ma uguailmente probanti, di Spender, di Hemingway, di Auden, di Huxley, manifestano l'interno dissidio della adesione ·a una lotta che questi scrittori aveva,no voluto caricare di significati para- -digmatici, nella ricerca di una giustizia per tutti, di un ordine morale che fuori della fatalità degli eventi - co-me per una sorta di diritto divino (è ancora Rousseau il loro Dio) - garantisse Ja invocata conquista sociale delle masse. E fu certo per queste ragioni, tutte legate a un sogno di restaurazione dei valori della persona, se poco dopo la guerra di Spagna, all'a11nuncio dell'intesa russo-tedesca, del novembre 1941, presso che tutti gli intellettuali europei che avevano combattuto nel nome del co.munis-mo, si alilontanarono senza rimpianti dal partito e dall'tdea, e reagirono con violenza co.ntro ogni forma di assolutismo statale, fosse provvisoria o definiti"va, contro il comunismo e il fa- • sc1smo. e) La seconda guerra mondiale e ·la letteratura. del contagio. Ma ormai la seconda guerra mondiale era sco·ppiata, e molti di essi non vollero sottrarsi a,l dovere di combattere ancora il militarismo nazifascista, anche se non accettarono p.iu di condividere le sorti della ideologia mar~ista. Frattanto da,lle in·decisio~i e a·m1 biguità di rapporti delle nazioni europee, che il Salvatorelli non esita a definire una sorta di « anarchia internazionale » 13 , ma che ha· una · sua fisionomia ben distinta nella ·generale opposizione del,le democrazie pru-lamentari al comu·nismo 14 , 13 L. SALVATORELLI, L'anarchia internazionale e le due guerre mondiali (in La comunità internazionale, voi. I, genn. 1946, n°. 1). 14 E. RAGIONIERI, ·Origini diplomatiche della Il guerra mondiale, in « Rinascita», a-nno XVI, n°. 9, Settembre 1959. ibliote Gino Bianco
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