Passato e Presente - anno III - n. 16/17 - lug.-ott. 1960

• Commenti LUGLIO, NOVEMBRE E DOPO I moti popolari che hanno spazzato via il governo Tambroni vengono ormai comunemente indicati con una di quelle denominazioni che sembrano destinate a rimanere nella storia: i fatti di luglio. Ed ecco che subito ci si presenta il pri~o interrogativo, la prima delle ipotesi alternative che ora andremo accennando e discutendo: si è trattato davvero di una crisi che ha segnato l' iniizio di una situazione storica nuova, oppure è stata soltanto la mani/ estazione esasperata e occasionale di un malcontento antico? Certo è che la classe politica, tutta, è stata colta di sorpresa: le destre credevano di poter fare il colpo •di mano alla svelta, mentre la gente sonn-ecchiava o pensava · alle prossime ferie con la benzina meno cara; le sinistre non sembravano convinte di poter andare molto piu in là di qualche grosso comizio e di qualche vibrato ordine del giorno. Si è visto allora a occhio nudo quanto sia gran,de la distanza tra la classe politica e il paese reale. Lunghi anni di equilibrismi centristi, spesi nella ricerca di compromessi parlamentari e nella macchinazione di colpi bassi extraparlamentart, hanno imprigionato Je forze conservatrici in un labirinto di falsi problemi (la repressione anticomunista, la "solidarietà democratica", la difesa dell'Qccidente, lo "schema" di svuuppo econom-ico, e via dicendo), del tutto estranei alla realtà sociale del paese. Dal canto suo il movimento operaio è stato immobilizzato e logorato per lunghi anni su posizioni ideologiche e su prospettive politiche (lo stalinismo, la crisi del capitalism~, l'espansione del "campo " comunista, e via dicendo) prive di efficacia operativa nella situazione italiana, alle quali facevano da contrappeso - altrettanto inefficace - i tatticismi piu s-pregiudicati. Una siffatta politica sostanzialmente conservatrice da una parte e dal/' altra non poteva non favorire la naturale tendenza dei partiti moderni all'accentramento burocratico e quindi alla . chiusura entro schemi mentali e ideologici che fanno da schermo alla com-prensione della realtà. L'urto psicologico e politico che i partiti hanno ricevuto dai fatti . di luglio farebbe propendere per il primo corno del dilemma sopra enunciato. L'esplosione popolare di quelle settimane non rientrava nei Biblio eca Gino Bianco

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