Passato e Presente - anno III - n. 16/17 - lug.-ott. 1960

• I cavalieri della paura 2163 gie, ma preten.deva una resa di conti dalla coscienza, spogliandola di og·ni orpello didattico e magni1loquente sulla libertà e spiritualità dell'uomo, per imporle l'uso -primordiale della chiarezza e dell'impegno co·n la realtà. E' la ricerca quasi ossessiva delle componenti sociali del linguaggio, in cui si scoprono nuovi contenuti non piu esauribi 1 li nella · astrazione del rap·porto segreto dell'artista col suo circolo di iniziati. Non piu du·nque i·l confronto uo·mo-mondo, ma piuttosto uomosocietà. Il clima fervido di tale ricerca cade dapprima nella pu·bblica denuncia dei vizi e delle vergogne della ·borghesia, centran,do in particolar ,modo sul proble,ma ·sessuale ile accuse alla co·nsuetudine misericordiosa e com·piacente. La ,donna-mito degli espressionisti è la <<mantenuta» il ·sim,bolo degli istinti repres·si ·di una classe reietta che deve rassegnarsi al.i'ingiustizia di un rapporto strumentale fra gli · uomini. Wedekin,d, Tol,ler, Kornfeld, Kraus, Von Unruh, Brecht nel teatro, Hindem-ith, Schonber-g in musica, Grosz nella caricatura gridata e penetrante, Murnau, Wiene, Pabst, Lang, nel cinema, rive1 lano in una analisi spettrale fortemente emotiva que.Il'in·tricato viluppo di interessi di una società in crisi che distrugge da se stessa i suoi miti. Nef sollevare a problema i,l significato di un dramma, sciogliendolo da ogni qualifìcazio,ne estetica e sollecitando nello spettatore un giudizio o,perante in un mondo rea1 le e quin,:fi ben lontano da ogni evasione di forma o di fantasia, è il valore tutto moderno del teatro espressionista - di quello ·brechtiano soprattutto - ma è anche il denominatore comune de,lle varie atti del primo do·poguerra tedesco, il tessuto connettivo di una epoca in sé assai breve e fragile eppure capace di restituire oltre che la presenza di una altissima poesia un ·nuovo modello di vita, come le grandi epoche del passato. Ora saremmo tentati di considerare gli es-pressionisti, tesi nella disperata lotta contro i pregiudizi, i privi,legi, le menzogne convenzionali della società, come i primi « cavalieri della paura », se non riconoscessimo nella loro foi-za d'urto contro i vecchi schemi della tradizione borghese u·na rivolta, non soltanto etica, che ten,de alla liberazione effettiva dell'uo·mo in una società nuova. Il loro problema è infatti strettamente condizionato alle ragioni del tempo: essi possono anche rappresentare la catastrofe del mondo (Pa1 bst, Westfront, 1918; Kraus, Gli ultimi ·giorni dell'umanità, 1919; Lang, Metropolis, 1926) ma la loro condanna è sem-pre molto precisa e determinante. Del resto sarebbe come voler c-lassificai-elo << s·pettro che si aggira per il . mon-do », di ben· oltre mezzo secolo addietro, nel,la storia della iblioteca Gino Bianco

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