Passato e Presente - anno III - n. 16/17 - lug.-ott. 1960

• I cavalieri della paura 2157 erano garantiti dal Parlamento, dalla rappresentanza del po·polo liberamente eletta, ed ogni dovere aveva i suoi precisi limiti... Chi possedeva un ca•pitarleera in grado di ca,lcolare con esattezza il reddito annuo corrispondente; i,l funzionario, l'ufficiale potevano con certezza cercare nel calendario l'anno dell'avanzamento o quello della pen- , sione... Gli ·uomin•i diventavano sempre piu belli, piu sani, piu forti -da quando· lo sport ne irrobustiva il corpo, e sempre piu raramente si vedevano deformi, gozzuti, mutilati: tutti questi miracoli erano stati compiuti dalla scienza, arcangelo ,del progresso. Anche nel campo sociale si andava avanti; di an·no in· anno venivano concessi nuovi dkitti all'individuo, la giustizia veniva amministrata con maggiore senso umanitario e ·persino il problema dei problemi, la povertà delle masse, non ap.pariva piu insuperabile >> 2 • A questa età dell'oro del primo '900, cosf pateticamente celebrata dal vecchio Zweig ·(fuggito nel lontano Brasile ,per l'aggressione hitleriana all'Austria) noi possiamo, a ragione, non credere spiegando la apologia del passato con la commozione dei ricordi. Ma una cosa almeno è certa: la paura, allora, non esisteva. L'1im·mensa, segreta paura dol,la crisi, dell'inutilità o decadenza dei << princfpi fondamentali», l'idea della fine, insomma, era affatto estranea al sereno e trionfante borghese biedermeier, come all'umbertino, al vi~toria·no. Non ·per nulla l'affare Dreyfus, che aveva suscitato, qualche anno addietro, le piu accese polemiche SU:ipregiudizi razziali e sulla occulta potenza del militarismo, tuTbando il mondo politico e letterario di tutta Europa, e, forse -per la ·prima volta, scuotendo dalla sua impenetrabile fiducia la stessa opinione pubblica, si era risolto onorevolmente col trionfo della giustizia. Se un ·presentimento della fi·ne ,poteva sopraggiungere nei piu attenti osservatori dell'epoca, doveva trattarsi certamente della per,dita di vecchie abitud·ini che la tecnica e 1 la nuova e operosa borghesia spazzavano via in cambio _di una maggiore alacrità di lavoro e di vita. Le critiche - quando ci furono - a quella presunta età dell'oro, che non andavano oltre u·n naturalismo illuminato, senza neppure piu il mordente zoliano della "riforma 1 igienica" della società, derivavano ·ancora dai vaghi accenti pseu.do socialisti de,lia scuola di Ruskin, principalmente dall' " arte ·proletaria " di William Morris, il quale esaltava il valore individuale dell'artigianato contro 1 l'aridità e la dispersione · 2 S. ZwEIG, Il mondo di ieri, Milano 1954, pp. 15-17. .. ibliotec Gino Bianco -- I

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