2350 Luciano Vasconi spesso la Cina parli di <<debito di sangue» con il mondo esterno (frase usata dalla stampa di Pechino verso gli americani mentre Krusciov flirtava con essi a Camp David). Ed ecco il terreno sociale, umano, sul quale viene riedificata la tesi dell'inevitabilità delle guerre. Una profon-da frattura, dunque, già o·perante (persino all'interno del ·blo-cco comunista). E' chiaro che la prima responsa·bilità di ciò ricade sul mondo occidentale, che ha gettato il · seme della violenza e oggi ne raccoglie la pianta, una pianta gigantesca in proporzione alla vastità della Cina. Ed è altrettanto chiaro che nessun ragionevole invito alla calma da parte sovietica sarà sufficiente a comprimere questo stato -d'animo latente ma generalizzato, che potrebbe esplodere in un momento di crisi. Quin-di qualsiasi ·polemica kruscioviana non porterà agli effetti sperati anche in Occidente. Mosca fa comprendere -di aver intrapreso una specie di mediazione fra Cina e mondo esterno, e K.rusciov fa capire che sarebbe domani piu difficile trattare coi cinesi senza un ponte che passi attraverso il territorio sovietico. Non vi sono dubbi che ha, ·in questo, ragione. Ma, proprio per questo, qualsiasi richiamo -dottrinario moscovita, o qualsiasi pressione e per- .. sino ricatto da parte dei sovietici, non raggiungerebbe lo scopo senza una diversa politica dell'Occidente verso Pechino, finalmente appropriata alle esigenze dj questo secolo. Solo la prova di voler collaborare coi cinesi eliminerà una muraglia che essi non hanno edificata per pr1m1. ,Detto questo, è altrettanto vero che una grossa parte di responsa·bilità ricade sui dirigenti cinesi stessi, i quali - .come fa capire la polemica kruscioviana nelle ~ue punte di maggiore asprezza - sem·brano esser scivolati su un terreno che la <<Pravda >> ha definito in alcuni casi da <<avventurieri». Non si esporta la rivoluzione, ammonisce Mosca, non si gioca col fuoco; i popoli non capirebbero - disse Krusciov a Pechino nella visita dopo Camp David - e non aiutereb.bero chiunque tentasse di organizzare guerre o incidenti armati qualunque ne fosse il motivo, eccetto che nel caso di una difesa da ·una palese aggression~. Può darsi che una parte di queste accuse sovi~tiche risentano di forzature polemiche, ma anche qui non è prudente attendere la verifica. Il fatto che il principale alleato della Cina esprima dubbi del genere non può lasciare indifferenti, nell'illusione che si tratti di forzature polemiche. Come non può lasciar indifferenti la teorizzazione cinese che è l'uomo a fare la storia, e quindi l'energia nucleare - come fatto materiale-tecnico - non può sopprimerlo, per cui una guerra atomica potrà anche dimezzare la popolazione della Cina, ma vi resteranno sempre almeno trecènto milioni di abitanti pronti a ricostruirla. Qualunque sia il giudizio filosofico, Biblioteca Gino Bianco
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