2348 Luciano Vasconi Lascian.do da parte l'affermazione di comodo (poco convincente e che non sarebbe certo prudente verificare) circa la vittoria dell'un campo sull'altro in caso -di conflitto atomico, non vi è dubbio che _la tesi sovietica è non solo la piu umana, ma la piu corretta. Ciò, tuttavia, che immediatamente stupf in tale polemica, fu la precisa sensazione che i sovietici temessero il peggio dal loro alleato. Fino ad allora si era pensato che i cinesi, per ragioni particolari - principale l'ostracism~ mantenuto nei loro confronti dagli Stati Uniti col non riconoscimento, in tutte le sue implicazioni .diplomatiche ed economiche - tendessero ad una interpretazione ·pessimistica della situazione mon,diale svolgendo un ruolo, in gran parte giustificato, di prudente richiamo a certe esigenze ·di fon-do, incontestabilmente valide per un popolo di oltre 600 milioni di abitanti costretto a emanc,iparsi con metà del mon.do su posizioni di boicottaggio. Se vero era infatti che .la distensione fra Est e Ovest era compito preminente; e in.dilazionabile, era altrettanto vero, da un'altra visuale -. cioè da quella cinese - giu.dicare che un processo de~ genere avrebbe dovuto co.mpiersi non alle spalle di quel popolo, . lascian-do cioè irrisolti i suoi problemi, o per lo meno ritardandone la so1,uzione per ragioni p·uramente transitorie (l'ostilità americana, l'eventuale condiscendenza sovietica a rinviare nel tempo il problema 1 Cina come poco pressante). L'industrializzazione cinese, di un paese cioè in ritardo di secoli per colpa della dominazione coloniale, in piu gravato da un'esplosione demografica incontrolla,bile, aveva ·già mostrato con sufficiente drammaticità il costo umano, in sforzi e sacrifici inenarrabili, di un'operazione che non era del resto ammissibile rinviare, pena ulteriori contrad-dizioni profonde, che avreib1berocreato una ,barriera ancora più netta fra nazioni « sod-disfatte » e nazioni povere 4 • E' questo un problema che va generalizzandosi su scala mondiale, e che investe tutte le aree sotto-sviluppate d'Asia, d'Africa e dell'America latina: il rischio di un divario non in fase decrescente fra nazioni in-dustrializzate e nazioni povere, ma in fase crescente proprio per effetto delle nuove scoperte scientifiche, che - se trasferite sul piano prod,uttivo secondo criteri autarchici o di bloc~o - con·ducono a· una frattura sempre piu grave; da un lato economie che, balzano avanti con le « nuove tecniche» (automazione, impiego dell'energia nucleare), dall'altro economie in fase di formazione es·poste ad una prospettiva di vicolo cieco: permanente su,d-ditanza alle prime, nella migliore delle ipotesi una con-dizione di neo-colonizzati. Sotto questa luce, quali che siano le forme del processo di in-dustrializzazione dei paesi arretrati (piu o meno con-divisibili sul 4 Ofr. R. LOMBARDI nell'articolo già citato. Bib.lioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==