• I cavalieri della paura 2155 della cultura e della condizione sociale, ma ne riveli i prodromi fataJi nell'incalzante progresso della macchina, fino a olassificarla in un mito, è possibile dire, alla fine, che se accom,pagna per un verso la critica piu approfondita aJI'attuale stato di cose, per l'altro non può e~primersi che come personale contrasto ad un or•dine arbitrariamente , precostituito (il mondo della necessità, dell'amore, del lavoro, dell'interesse, -la quotidianità insomma) formulandosi co,me accusa ad una tradiz,ione che non sa rinnovarsi, non sa ritrovare se stessa nella intimità della sua presenza, ed è accusa di borghese a borghese, che coinvolge entrambi ·nel tragico presentimento della fine. L'identificazione del problema di base nella « caduta » dei diritti della coscienza, il rapporto necessariamente teologico di una dialettica esistenziale uomomondo, a metà tra il dialogo francamente religioso e il monologo del Jetterato da tavolino, la scomposizione dei piani del reale in frammenti isolati del sentimento e dell'imn1aginazione nella denuncia di ·un inganno storico che condurrà molti ad una confessione ingrata e solitaria, ma an,-:he la super.bia fatta disciplina ascetica per una difesa senza quartiere del,la libertà, della libertà di essere, contro la tirannia dè-1 dover essere: queste sono Je componenti non soltanto sim1boliche -di un dettato che arriva, lungo itinerari diversissimi, spesso mist:ificati, alle violenze del giudizio universale. Ciò che ne deriva è senza altro sgomento e paura, riflessi d-i una persuasione o di una con.danna. La letteratura di cui parliamo, e che a buon diritto può dirsi « apocalittica», rap·presenta il punto· di massima incidenza degli eventi e dei ,problemi vissuti e non ancora risolti dalla borghesia neg,li ultimi trenta anni. Forse bisognereb·be subito dire quanto poco margine sia stato concesso da,gli scrittori apocalittici (come vedremo in A. Huxley, in Orwell, in Zamiatin, in C. S. Lewis e pers,ino in Koestler) ad una serena e approfondita analisi del progresso tecnologico e con·seguentemente sociale del nostro tempo, in un modo che non fosse la tradizionale visione utopistica di u·n mo·ndo perfettamente compiuto in sé, senza vie di scampo •per l'arbitrio individua,le, una sorta di mostruoso termitaio per opere faraoniche, in cui l'unica forma d,i sopravvivenza è l'ano·n.imato. Questi seminatori di morte nell'oceano dell'ingordigia e della carità borghese giungeranno ali'Apocalisse in forza di una aristocratica d,ifesa della cultura (un pat-rimonio da salvare contro l'urto t:rà.volgente delle masse) nella persuasione di una egemo·nia di casta per diritto divino della persona. Il risuiltato che si ricava da ta,le atteggiaBibliote Gino Bianco
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