Passato e Presente - anno III - n. 16/17 - lug.-ott. 1960

2340 Claudio Pavone fare i conti con l'eredità di De Gasperi, e non illudersi che sia sufficiente postulare un'astratta sintesi fra -degasperismo (metodo libera,le) e dossettis·mo (contenuti sociali). E nemmeno in·sistano nello scambiare per collaborazione organica l'uso !Strumentale che De Gas·peri fece dei «partitini», recri1 minan·do su1 ll'avvento -dei monocolori (cioè sulla crisi del centris.mo), che fu evento in realtà reso possi!bile da,l fatto che anche i piu masochisti dei partiti minori ritennero a un certo punto i vantaggi ,del sottogoverno compenso n?n piu sufficiente alla totale squalifica politica. Come è inutile creare una contrapposizione -di comodo f1"aDe Gas·peri buono e Scelba cattivo. In realtà De Gasperi, restaurando lo Stato borghese, restaurò con esso la versione peggiore -del « metodo liberale >>, che ne aveva caratterizzato la non lu·nga storia. La democrazia cristiana è cosf- c;live-nuta quella che un tempo era << la maggioranza» cui la borghesia affida in blocco la sua rap·presentanza, ,luogo politico entro il quale soltanto si svolge .la lotta per il potere, con ,l'esclusione aprioristica delle forze che costituiscono un'alternativa che intacchi il sistema (forze che sono, .. ovviamente, ben ·presenti nel ,paese: ma questo è un altro discorso). De ·Gas-peri. for·mava i ·suoi mini,steri un po' come Depretis secondo un giudizio di Rudinf ~ alla ,maniera di un re costituzionale, conducendo le consultazioni a,ll'interno de.Ila sua maggioranza, e senten·do l' << estrema >> solo -per dovere formale. Da questo stato ,di cose scaturiscono due conseguenze, entrambe assai dolorose per il -desiderio -di rinnovamento manifestato dai basisti. Da una parte la «maggioranza», elettoralmente legata all'apparato ecclesiastico e sottoposta alla diretta ·pressione dei centri del potere economico, ha corroso il ·partito come presunto strumento di autonome scelte ·politiche, trasformandolo in meccanismo -per prelevaTe voti a •sinistra, manipolarli al centro e versarli a ,des 1 tra; dall'altra parte ha posto ,le minoranze cattoliche di sinistra nella condizione di dover scegliere fra l'uscita dal ,partito, con la conseguente 1"iduzione a gruppetti di dissidenti condan-nati all'inazione, alla diffidenza, se non alla ostilità, ecclesiastica, al rifluire su posizioni parasocialiste o paracomuniste, con la perdita di -prestigio e mor,dente nel mondo cattolico; o·ppure, per ma•ntenersi aperta ,la porta di un'azione politica, l'adattamento al siste,ma vigente aI.l'inter-no -della democrazia cristiana, col ·rischio di essere, ad og·ni passo, !stritolati da un organismo piu gro~so di loro. Biblioteca Gino Bianco

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