• Realtà della << Base >> 2339 anche dai basisti, che assimila i cattolici in quanto tali alle classi socia]i escluse dallo Stato risorgimentale: errore storico e sociologico (di tben diflici,le conciliazione, .fra ,l'altro, con l'ufficia.le interclassismo), accolto in molte occasioni anche da socialisti e comunisti, con dannose con•seguenze per tutta la sinistra. Nonostante gli esorcismi dei basisti e di altri illustri cattolici che li ·hanno preceduti, il demone del confessionalismo e dell'integralismo fu introdotto, con la nascita del par- , tito cattolico, nel già tanto squinternato Stato italiano, senza tuttavia eliminare _(perché in Italia non è vero che un guaio cacci l'altro) il vecchio trasformismo clerico-moderato. Su·bito dopo la guerra, facendosi iniziatore della ricerca storiografica sul movimento cattolico ita1 li_ano post-risorgimentale, un giovane studioso di quella fede, Fausto Fonzi, sostenne che il filone piu ·genuino ,del.la ·democrazia cristiana, da cui scatu-rirono Sturzo e il partito popolare, non ·passava attraverso i cattolici liberali transigenti verso lo Stato italiano e scadenti -nel clerico moderatismo, bensf attraverso gli intransigenti -di sinistra, quelli cioè che non facevano piu · questione -di restaurazione di vecchi sovrani e nemmeno -di potere temporale, ma si opponevano a.Ilo Stato che escludeva ,le masse cattoliche, elaborando proprie origina.li rivendicazioni di universale sig-nificato democratico. E' la tesi estremizzata -dal De Rosa e sostanzialmente accettata -dalla Base. Eppure oggi, se ci poniamo la domanda: quale gruppo, quali forze hanno in definitiva -prevalso nel partito cattolico?, è difficile negare che abbia preso il sopravvento u-na nuova versione del clerico-moderatismo, duttilmente adattatosi ai cam1 biamenti· intervenuti nella società italiana, e che ha mutuato dai vecchi intransi,genti e dagli odierni integralisti di sinistra gli aspetti << popolari », utilizzan-doli ai fi-ni della costruzione di un moderno partito di massa e su·bordinandoseli sempre. Profon,da è perciò la nostra divergenza dài basisti nella valutazione ,dell'opera -politica di De Gasperi. Comprendiamo che ai fini della ,polemica interna di partito sia utile copr.ir,si col nome del defunto leader, cos{ come fanno, còn quale risultato di chiarezza è facile im~a.ginare, tutte le correnti democristiane. Ma quando si voglia impostare con rigore una critica democratica, è indispensabile .riconoscere in De Gasperi il _restauratore dello Stato ,borghese, l'uomo la cui politica ha dato forza a tutto ciò contro cui ora occorre battersi per imprimere nuovo slancio allo sviluppo sociale .del paese. Se i basisti intendono davvero partecipare a. questa battaglia, devono subito Biblioteca Gino Bianco
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