Passato e Presente - anno III - n. 16/17 - lug.-ott. 1960

• Integralismo 2331 zare la politica nazionale secon-do schemi in uso in altri •paesi e intro- ·dotti in Italia da ristrette classi -dirigenti >> (p. 2071); e chiamiamo pure questa ·mentalità << illuministica», ma che c'entra poi, sullo stesso piano, lo storicismo italiano, coinvolto se mai nell'accusa di provincialismo? A ·proposito della doman·da n. 3, sulla « politica del•lo sviluppo>>, i cattolici, dopo aver percorso insieme ai socialisti la stra,da della << finalizzazione dell'intervento pubblico» contrapposta alla politica riformatrice e keynesiana, sostengono -di divergerne « radicalmente » da·l punto in cui per costoro « l'allar·gamento del settore pubblico assume il significato di un passo sulla strada del socialismo >>: « la Base non con.divide le simpatie teologiche ·per l'una piuttosto che per l'altra forma di im•presa» (p. 2062); essa invece, che non ha schemi prefabbricati né pertanto preferenze, può « ricorrere a interventi pu·bblici, a nazionalizzazioni per esempio » in quei paesi dove gli interventi stessi << potrebbero non solo essere leciti ma perfino doverosi, e non in altri dove potrebbero addirittura essere riprovati» (p. 2069). « Essa teme le concentrazioni di potere non controllato che si possono creare sia nel settore pubblico che in quello privato». << Nel settore pubblico e nel settore privato l'impresa attraversa oggi una grave crisi nel meccanismo del controllo [... ] . I socia-listi, per l' im·portanza che attribuiscono a.I momento della proprietà, non sem·brano comprendere la reale natura di una crisi che nasce dai rapporti tra proprietà e impresa, ed investe egualmente i due settori dell'economia ». « Si pone, dunque, [... ] il problema del contenuto e dei limiti della funzione manageri~le » (pp. 2062-2064). Certamente questa trattazione delila politica dello sviluppo è la parte migliore de.Ila esposizione programmatica dei cattolici della Base, è caratterizzata da concetti esatti e da osservazioni inter-essanti, e le stesse critiche alla soluzione pubblicistica non ma·ncano di pertinenza. Peraltro non possiamo che ribadire che i socialisti no·n possono accettare come problema di fon-do della crisi dell'economia moderna, ·per i·llustri sostenitori che es·so abbia, quello « del contenuto e dei limiti della funzione ·manageriale», ris-petto al quale sarebbero sullo stesso p1ano imprese pub1 bliche e imprese private e, in ultima analisi, economia capitalistica ed economia socialistica, e la cui soluzione si avrebbe nell'am.bito - del neocapitalismo e consisterebbe, ad · integrare la •politica pianificatrice dello Stato, in una « profonda revisione degli istituti giuridici che regolano la nostra società economica. Biblioteca Gino Bianco

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