2330 Eligio V i tale scontrare nella costituzione del1 la Chiesa di Roma, il ,discorso ci porterebbe troppo lontano e sarebbe del resto inutile perché parlerem·mo due lingue assolutamente di verse ci permettiamo solo •di rin1~ndare, ancora una volta, alle belle pagine che il Sylos Labini ha dedicato all'analisi de.Ilé' conomia sovietica, ristampate nel suo recente libro su Economie capitalistiche ed econom1 ie pianificate 3 (pp. 175-203), dove, dopo la giustificazione storica del periodo sta'liniano e le riserve politiche attuali su ,di esso, si parla a titolo di conclusione del << nuovo sviluppo spirituale>> di quel paese, delle « lezioni di grande valore etico ed ideale e di gran.de serietà morale » che << possono venire e stanno venendo » ,dal popolo sovietico, a cui « deve andare il nostro rispetto, perché ciò che esso ha compiuto e sta compiendo contribuisce ad un moto di liberazione valido pe:r l'intera umanità>> (p. 203). Quanto poi all'affermazione reciproca che liberalis,mo, socialismo e comunismo in quanto « rappresentano un idea•le civile che si esaurisce nella storia, una dottrina che si r.ifer.isce esclusivamente all' organizzazione ·della società e dello Stato, una teoria che spiega e orienta. il processo economico» (p. 2068), proprio per questo cadano nell'astrattismo ·politico, ci limiteremo a riaffermare con tranquillità il contrario, e cioè che questo li porterà ovviamente a vedere meglio nel << particolare » i problemi che essi '« sopravalutano ». Riconosciamo che il pericolo di asbrarre dalle reali condizioni ,del proprio paese c'è in effetti per movimenti internazionalisti, ma la sostanza della cosa resta l'altra: ideologie «storicistiche», fon·date su i valori del.la storia, non •possono non avere l'occhio al processo dialettico in corso ed alle sue prospettive mondia"fi.i; e conoscere real,mente il proprio paese significa valutarne i problemi alla luce di questa dialettica e di queste prospettive, altrimenti si cade ,davvero in una concezione atomistico-astratta, che necessariamente deve avere chi non crede che 1a sua « patria » si evolva in questa forma, ma che ruoti intorno ai « valori eterni ». Tipico a questo riguardo l'ai:gome~tare dei cattolici, dove, per << rom.pere gli schemi autarchici>>, conte-dono che sia opportuno collegare l'esperienza italiana « con prospettive di ampio respiro che possono manifestarsi su scala europea o ·mondiale», ed esemplificare con il Mercato comune europeo (p. 2070). Siamo infine .d'accordo col giu·dizio espresso su.Il'«errore, per. molti aspetti presente nel processo di unificazione risorgimentale, di for3 BM"i, Laterza, 1960. Biblioteca Gino Bianco
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