Passato e Presente - anno III - n. 16/17 - lug.-ott. 1960

• Integralismo 2323 il socialismo preten,de di introdurre nella rea:ltà politico-sociale-economica di una civiltà fondata sul lavoro e sull'eg·uaglianza di fatto; del metodo politico che esprima prima ·di tutto questa esigenza, chiamando a collaborare alla soluzione dei problemi -del paese tutte ie forze popolari della classe lavorabrice ( << operaia >>), e quindi anche le cattoliche. Partiti, parlamento, concezione ·meramente « politica » dello Stato: cose del metodo liberale che - anche se non si riesce ancora a- trovare loro un ricambio efficiente democratico e se, quind·i, esse , traggono una validità dalle innegabili deficienze ·delle .forze e dell'ideologia ·socialiste e in genere di sinistra - non giova però considerare sub specie aeternitatis, specie da parte di chi, come i cattolici, oltre a non averle prodotte, le con.fina nella sfera « su'bordinata » deil transeunte. Accettare il metodo liberale, respin·gendo la realtà economica, sociale e politica che lo sostiene (e che del resto non c'è piu) e rifiutan-do l'ideologia liberale, significa a!lterare i,l metodo stesso. I cattolici in vece, nell'atto di « inserirsi » nello Stato liberale come classe dirigente, hanno preteso e preten,dono di ereditarne empiricamente e solo forma/mente il metodo, senza verificarne e discuterne le premesse, onde (non si può che ribadire l'assunto ·del questionario) ,i•l <<. vuoto culturale e civile » che è dietro di loro. Certamente << Luigi Sturzo reagi alle pratiche clerico-·moderate inaugurate con le elezioni del 1904 », ,ma questo significa ·solo che: 1) egli non accettava il conservatorismo sociale ·dei li•bera1i; 2) voleva che i cattolici parlassero in prima -persona, avendo compreso che ormai essi erano la massa politica prevalente. I cattolici, sentendosi potenzialmente classe dirigente, potevano accettare quel metodo che avevano rifiutato finché erano ri•masti ai margini della vita ,dello Stato ed es·so aveva sign.ifìcato lo strumento dell'egemonia dei loro avversari, e •potevano permettersi di lasciarne da pa•rte le premesse ideologiche. Nel dopoguerra, divenuti essi effettivamente la classe dirigente o dominante del paese, l'opera di Alcide De Gasperi, secondo i •basisti che ad essa di.rettamente ·si ricollegano co·me a quella dello Sturzo, dimostrerebbe una « coerente accettazione del metodo liberale » (p. 2044), a·nzi egli avrebbe «· consolidato la ·1i•bertà >> (p. 2076), aven-do saldato « i cattolici con altre forze d:i ,derivazione risorgimentale attraverso la collaborazione sul piano .•democratico e parlamentare » (p. 2045). Anche . a costo di essere tacciati di « ingiusti », e pur non negand<;>gli as-petti -positivi dell'opera •di De Gasperi specie sul piano della ricostruzione Biblioteca Gino Bianco

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