Passato e Presente - anno III - n. 16/17 - lug.-ott. 1960

• Integralismo 2317 nazionale, dall' altra, col progresso del movimento laico e marxista » (p. 2075). Ora a noi sem·bra che il dogmatismo sia, caso mai, alle spalle della cultura e della politica socialista e marxista in genere, e francamente non lo rimpiangiamo; ma che, se un ri,mprovero le si può fare attualmente, o almeno ad alcu·ni settori di essa, sia, al contrario, quello di andare scivolando verso un eclettico empirismo, in sede culturale, e verso posizioni trasfor·mistiche in politica (non affronrtiamo ovviamente , qui il problema dei rapporti tra l'empirismo filosofico e gli studiosi marxisti, come dell'attrazione esercitata su questi dal neopositivismo o dell'esistenzialismo o anche dell'ideologia neocapitalistica, su cui converreb·be ben al•tro ,discorso, ma di cui, comunque si giudichi la cosa, si può ugualmente dire senz'altro che essa esclude sempre piu un atteggiamenito dogmatico da parte marxista). Per tornare ai cattolici, si ha, piuttosto, l'imp,ressione che ciò contro cui essi appuntano sia non tanto il dogmatismo, q·uanto la coerenza, o quel che c'è di coerente, in certe impostazioni~ con le conseguenze che ne .derivano. E qu.ì ci sia consentito di mettere meglio a punto una ·precedente precisazione, necessaria peraltro piu nei confronti di certi settori s·ocialisti che cattolici: no-i non rileviamo quelle che riteniamo c~ntraddizioni o incoerenze dei cattolici per il gusto della polemica i,deologica, ma ·per le ·loro implicazioni ben pratiche e politiche. •Comunque .l'ambiguità fondamenrtale delle argome11tazioni dei cattolici della << Base» ci sembra essere quella del concetto di « integralismo » e della sua ·posizione nei rapporti tra religione, cultura e politica. Nella loro analisi un primo integralismo, anzi tre specie di integ·ralismo trovano posto nella sfera propriamente «politica»: I) l'integ·ralismo clericale conse,rvatore, dall' « Opera dei Congressi» a Gedda; 2) l'integralismo «·progressista» di Dosset!ti; 3_) quello infine « sociologico » di Fanfani. Tutti e tre negano il << metodo liberale » e cui anzi si oppongono come metodo diverso, sullo stesso piano. La Base, che invece si professa s·ostenitrice ·del metodo liberale, non può quindi che respingerli tutti e tre, sia pure con notevoli differenze di valutazione, poiché •del·•dossettismo, per quanto negatore esso sia di « tutta la concezione ·dello Stato borghese» analogamente alla cultu,ra marxista, può essere conciliata col « ·metodo .liberale » la « carica ·positiva » del tenta- _tivo ,di « costruzione di uno Stato di diritto e della soluzione dei problemi di fondo de.l 1a società» (p. 2043-2055); di Fanfani, sebbene si Biblioteca Gino Bianco

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