Passato e Presente - anno III - n. 16/17 - lug.-ott. 1960

• Integralismo 2315 sterile opposizione. Massima alquanto aim-bigua se proiettata nel futuro, ma ,dal passato purtroppo ·univoco (Saragat). Dalla sua ambiguità si può estrarre però il nocciolo positivo, se si accettano i limiti del dialogo piu in alto precisati. Bisogna peraltro respingerne la carica disfattista, foriera, per difinizione, di atteggiame1_1tidecadenti, commisurando le prospettive e le chances -del movimento operaio non al « ~breveperiodo» delle sue disavventure europee attuali (socialdemocratiche), ma alla << lunga distanza » della posta che è in gioco nella partita mo·ndiale tra , capitalismo e socialismo. · Cercare· 1la strada nazionale al socialismo. D'accordo. Anche i cattolici della << Base » ri·badiscono la loro strada nazionale, ma la ricollegano aHe loro premesse teoriche (anche se, come vedremo, in modo paradossale): impariamo -dunque dai -basisti a riallacciarla, a nostra volta, alle nostre premesse e prospettive. Che se poi, dialogando con i basisti, ripercorreremo un po' di storia ,della loro Chiesa, troveremo un esempio ce~tamente non spregevole della piu grande duttilità nella « politica delle cose.» non disgiunto dalla piu ferma intransigenza nella valutazione di fondo delle cose stesse, una << opposizione » durata tre secoli, la sicurezza di un orientamento di largo respiro. Ma veniamo senz'altro alla « posizione e programma della Base>>. E' per lo meno singolare che il dialogo ,tra le « forze che sono state escluse dal processo risorgimentale », senta il bisogno di incentrarsi sul tema della fedeltà a quel « metodo liberale>>, che fu precisamente, nèi suoi aspetti positivi e in quelli negativi, la caratteristica di quel processo. Cosf come, nel campo economico, i marxisti, per definizione anticapitalisti, ed i cattolici, che, pur professandosi non anti-borghesi, certamente non riconoscono di derivare· la loro ideologia da quella della ·borghesia capitalistica, si trovano a ·dover discutere so·prattutto di quella « politica dello sviluppo », che, qualunque sia l'ut~lizzazione contingente e la rielaborazione che marxisti ·o catto~ici possano piu o .meno . con·seguentemente volerne fare, .resta, se non erriamo, il prodotto piu avanzato del capita·lismo monopolistico (neo-capitalismo), consapevole dell'insegna-mento schumpeteriano, che del resto i basisti, pur sostenendo la necessità della lotta ai monopoli, mostrano chiaramente di non ignorare. Per la verità la responsabilità è un po' anche degli interlocutori socialisti, che, nel porre il questionario, nel primo caso danno come per scontato che i basisti siano « a sinistra sul piano politico ed .anti-integralisti sul piano ideologico », e nel secondo caso, accennando alla politica ,di sviluppo, fanno riferimento al << fallimento, o in ~gni Biblioteca Gino Bianco

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