Passato e Presente - anno III - n. 16/17 - lug.-ott. 1960

2298 Domenico Settembrini rare vicendevolmente a sopraffarsi, e per questo ritenevano necessaria una riforma della Chiesa di proporzioni piu o meno ampie. Lo stesso programma neoguelfo, il piu r-ispettoso delle tradizioni post-tridentine della Chiesa, non si ispira forse al pensiero giobertiano, il cui centro era ap·punto la conciliazione della religione cattolica con la civiltà moderna? E dopo che il '48 avrà dis,sipato le speranze che la ,Chiesa accetti spontaneamente il proprio adeguamento dei valori moderni,_ maturerà in molti cattolici la convinzione che occorra imporre il rinnovamento anche contro le gerarchie ecclesiastiche. La fid·ucia in questo futuro accordo tra cattolicesimo rinnovato e liberalismo, rendeva piu tollerabile per la coscienza dei cattolici la contraddizione temporanea in cui erano costretti ad o·perare. Ma ia prospettiva che le sue strutture e la sua dottrina potessero subire la influenza dei princ1pi del secolo, in cui a suo giudizio riviveva lo stesso deplorevole spirito di novità che aveva informato di sé ia Riforma, l'Illuminismo e la Rivoluzione, sviluppò al massimo la capacità -di reazione e di lotta dell' or-g_anismo ecclesiastico. La Chiesa, .. non senza con·trasti interni, nel momento in cui perdeva la sua battaglia all'esterno, si premuniva contro il perico1o di essere intaccata nel suo s~esso essere, rivendicand-o orgogliosamente col Sillabo la propria irriducibile opposizione a1la libertà umana, e perfezionan-do col dogma dell'infallibilità del Papa il centralismo autoritario del pro:prio ordinamento 2 • Essere democratici significa, per dir la neHo stile di Leone XIII, operare perché « la moltitudine_» divenga « arbitra e moderatrice di se medesima>>: cosa contraria alle leggi naturali e divine. Un cattolico può accettare questo ideale sul piano politico statale, nascondendosi in un modo o nell'altro la contrad.d-izione in cui viene cosf a porsi; ma come potrà pensare di uni.formare in qualche misura a questi princ1pi il corpo stesso della Chiesa, senza toccare con mano 2 Questo processo aggravaya il divorzio tra Stato liberale e popolo cattolico, proprio mentre andava affacciandosi con la propaganda socialisteg-giante un nuovo motivo di ,preoccupazione per la classe d·irigente moderata. Molti, precorrendo i tempi, si affrettavano a tornare alla religione irrisa e criticata. Non mancava però chi, come T. MAMIANI (Teorica della religione e dello Stato, 1868), avvertiva il pericolo di riabilitare un.a chiesa aspramente avversa aI.lo Stato. Il rimedio egli seguitava ancora a vederlo nella riforma della Chiesa. Solo cot ritorno della Chiesa << ai principj >> (la Chiesa primitiva non esigeva la superiorità sul potere civile, né ambiva onori e ricchezze; le sue istituzioni erano << tutte popolari e tutte elettive») lo Sra<to liberale potrebbe, senza rischi né abdicazioni, servirsi della religione per inculcare nelle plebi « un senso moderato e ragionevole di rassegnazione». che le distolga dall'accarezzare << dottrine scompigliate piu o meno intrise di socialismo>>. Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==