Passato e Presente - anno III - n. 16/17 - lug.-ott. 1960

• 2294 Daniel M othé rivoluzionari, e cioè la trasformazione del1 la società nel suo insieme. Quanto al problema sindacale, i rivoluzionari, che aderiscano o no ai sindacati, non devono illu•dersi sulle prospettive di sviluppo di queste organizzazioni, o delle cor,renti rivoluzionarie e minoritarie in seno ad esse. Entro o fuori i sindacati, i rivoluzionari hanno altri scopi e devono difendere obiettivi loro propri perché, per quanto ciò possa sembrare paradossale, rovesciando u·na id~a di Lenin si può dire che. oggi i lavoratori s'innnalzano ,piu facilmente al livello della critica fondamentale che a quello del sindacalismo. Qual'è l'obiettivo che devono perseguire i rivoluzionari? ,Quello -della gestione totale delle fabbriche e della società da parte di tutti i lavoratori. E questa rivendicazione non si strappa u·n poco per volta ai padroni e ai governanti, è una rivendicazione totale. Non vi può essere una via di mezzo: o i lavoratori dirigono la società o non dirigono proprio nulla. Abbiamo visto che molte rivendicazioni operaie tendevano sempre piu a mettere in causa la direzione stessa della società; cosi quando gli operai scioperano contro gli orari o il sistema di lavoro, essi mettono in causa l'organizzazione stessa di questo lavoro. Quando domandano un au1nento uniforme, mettono in causa in maniera embrionale l'organizzazione gerarchica della società. I rivoluzionari· devono quindi con-durre e svHuppare queste rivendicazioni dimostrando che esse sono una condanna di tutta la società. Quanto alle agitazioni, l'unico progresso possib~le è che queste siano dirette ,dai ;lavoratori stessi e qui il compito -dei rivoluzionari consiste non solo nell'aiutarle, Illa -nel predicarle. Ogni sciopero con elezione del comitato di sciopero, con partecipazione attiva dei lavoratori, con occu1 pazione di fabbriche, con organizzazione di autodifesa, è un metodo esemplare che permette ai lavoratori di speri• mentare 1 la loro forza e i.I valore e l'efficacia della loro organizzazione autonoma. Su questo punto i rivoluzionari non devono esser-e paralizzati da un falso problema, se cioè debbono predicare questi metodi alFinterno o all'esterno del sindacato. I rivoluzionari iscritti ai sin- , dacati non possono mettersi a far la parte dei sindacalisti, ma hanno il compito di aiutare i lavoratori nella critica totale della società e invitarli a formare una organizzazione che combatta non solamente i salari, ma la condizione ,proletaria nella sua totalità. DANIEL MoTHÉ ' (trad. di Paola D'Amelio) . Biblioteca Gino Bianco

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