• Sindacato e rivoluzionari 2287 Al lavoratore è tolta ogni iniziativa; egli lo sente, e soffre per la monotonia del lavoro piu che un operaio dell'Ottocento; non è un operaio, ma un robot. Questa fru·strazione non è neanch'essa combattuta dai sindacati. I sindacati chic-dono un ritmo di lavoro p.iu umano, ma ciò non vuol dire niente perché non c'è ritmo di lavoro umano e un altro che non lo sia. Ogni ritmo di lavoro è inumano nella misura in cui esso è imposto da una macchina e da altri uomini e nella misura in cui il , lavoratore non ha alcun controllo né sulla macchina né s·u quelli che lo stabiliscono. I sindacati non danno alcuna soluzione e non ne propongono. Essi chiedono tutt'al piu di discutere con i padroni del ritmo di lavoro, ma -l'operaio è sem·pre frustrato. I si·ndacati si propongono di misurare il salario e il ritmo di lavoro in funzione dei bisogni della società, i q·uali sono funzione delle necessità della classe dirigente. Fissare il minimum vitale o chiedere u~ ritmo di lavoro piu umano non ha alcun significato dal pu·nto di vista ,del salario e del ritmo di lavoro in sé. Non si può stabilire scientificamente quando il salario cessa di essere ingiusto o 'il ritmo di lavoro diventa ·umano. Questi giudizi sono arbitrari; essi sono funzione della necessità della società, -cioè in una società di cl~sse essi sono funzione dei bisogni e degli interessi della classe dirigente. In una società basata sullo sfruttamento ogni salario e ogni ritmo di lavoro è inumano, non perché i salari sono troppo bassi e il ritmo di lavoro troppo elevato, ma perché questi non sono determinati dagli stessi interessati, non sono funzione dei loro bisogni ma unicamente funzione dei bisogni dei loro sfruttatori. I sindacati afferma·no che le òre di lavoro possono essere diminuite. In funzione di che? In funzione dei bisogni della società. I ~atori_ di lavoro rispondono affermando che le necessità della concorrenza impediscono questa diminuzione del}e ore di lavoro. La discussione diventa tecnica in quanto i sindacati non contestano il fatto che ci siano dei padroni (rimprovera solamente i profitti troppo elevati), né il fatto che sia il governo della borghesia a decidere l'orario di lavoro (essi chiedono semplicemente di decidere insieme al governo). La frustrazione dei lavoratori resta la stessa anche se i datori di lavoro e i sindacati diminuiscono le ore di lavoro dato che essi non hanno alcun- •potere di decisione sul tempo che essi devono passare in .fabbrica. 11 loro solo potere consiste nel potersi opporre con scioperi a dei tempi ·di lavoro che i padroni vogliono imporre. Biblioteca Gino Bianco
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