Passato e Presente - anno III - n. 16/17 - lug.-ott. 1960

• Sindacato e rivoluzionari 2281 D'altra parte i problemi sui quali l'attivista di base potrebbe pronunciarsi,_ cioè le questioni della lotta nelila sua sezione, le rivendicazioni del suo settore, ecc., vengono poste dal suo sindacato in termini per lui talmente estranei che egli non può ugualmente decidere. Quando gli scioperi sono decretati dal sindacato, essi devono svolgersi nel modo che è stato deciso dall'organismo sindacale e non a1 ltrimenti. E questo non per machiavellismo o per eccesso di autorità da parte di questo organismo, ma per la buona ragione che anche le lotte · sono codificate e solo i dirigenti sindacali conoscono la chiave di questi codici. Essi soli sanno ciò che possono o non possono fare per restare nella legalità. In uno sciopero l'attivista di base non potrà che seguire le direttive. La sua partecipazione attiva si ridurrà solo a questo, il che significa la negaz,ione dell'attivismo operaio. Tutte le sue iniziative, tutte le proposte e le soluzioni che egli troverà con i suoi compagni di lavoro . non saranno valide se esse sorpassano i limiti delle azioni permesse ai sindacati; e tutte le azioni che i sindacat:i possono com-piere senza correre il rischio di essere respinti dagli organi ufficiali escludono ogni partecipazione attiva deg1i operai. Il solo sciopero che un sin·dacato può sostenere è quello legale, ciqè quello che deve rimanere nei limiti imposti dalla leg·ge borghese o dalla direzione delle fabbriche. Cos1, perché uno sciopero sia riconosciuto è necessar,io nella maggior parte delle grandi fabbriche che i sin-dacati avvertano la direzione otto giorni prima. Bisogna che lo sciopero non intralci quelli che vogliono lavorare, il che esclude pratica~ente sia i -picchetti di sciopero sia l'occupazione della fabbrica. Perché una manifestazione sia autorizzata .occorre che i dirigenti sindacali prendano accordi con le autorità ufficiali, il sindaco e la polizia, per stabi1 lire il tragitto del corteo e impedire ogni trasgressione . a questi accor,di. Se si tratta di un comizio, l'attivista sindacale non può che applaudire, agitare cartelli e gridare le parol~ d'ordine che gli sono state dettate. Queste forme di lotta escludono ogni spontaneità, ogni iniziativa, ogni entusiiasmo da parte ,dell'attiv~sta di .base. Egli ·non· ;può essete che un intermediario e diffondere le decisioni dei suoi capi; e può · ugualmente bene far questo pur senza essere iscritto al sindacato, la -sua tessera non gli serve a niente. La democrazia sindacale in queste condizioni è impossibile; non ci può essere democrazia che a livello dei dirigenti, non a livello degli 10 Biblioteca Gino Bianco

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