Passato e Presente - anno III - n. 16/17 - lug.-ott. 1960

2144 Commenti limiti storici e geografici e come siano possibili al di fuori del comunismo movimenti schiettamente rivoluzionari in senso nazionale e sociale. E' frutto di un equivoco o di una interpretazione tendenziosa l'accostamento che talvolta vien fatto tra la concezione comunista del partito rivoluzionario e la tendenza al " partito unico " in alcuni nuovi Stati africani. Di questa ci dà una spiegazione S.eku Turé, citato da Rainero (p. 368): « Il part,ito unico? Si, se lo si vuole ... L' iden~ità di vedu.te al· momento dell'indipendenza ha portato alla scomparsa naturale degli altri partiti, i cui ex dirigenti, del resto, siedono ora al governo. Su quali basi esisterebbe una opposizione di stile europeo classico, quando l'unità è stata costituita in base alla necessità della decolonizzazione, della riconversione delle strutture arcaiche o di sfruttamento, della rivoluzione? Su quall 1basi sociali, sociologiche? Su quali forze positive? Vi possono essere ,tutt'al piu delle divergenze sul ritmo, sui mezzi, ma non sugli obiettivi genera/i. Giustamente il partito è la sede nella quale tutte le posizioni, tutti gli interessi si confrontano. E' per questo che il parfito ha la preminenza assoluta sul governo. Il governo codifica, dà forma alle decisioni, vigila alla· loro applicazione, ma è il partito che dirige a contatto diretto, a tutti i livelli, con il popolo >>. Un simile discorso potrà apparire semplicistico, approssimativo., e lo si potrà discutere e contestare; ma prima bisogna mettersi bene in mente una verità fondamentale: che ci sono molte piu cose fra il comunismo e il regime parlamentare borghese di quante non ne contenga un certo modo tradizionale e sclerotizzato di intendere la democrazia. L'Africa nera sta elaborando nella lotta per l'indipendenza una sua linea di sviluppo democratico, che accoglie alcuni elementi essenziali del quadro istituzionale democratico elaborato nell'Occidente, fa · tesoro dell'esperienza di sviluppo economico dei paesi a economia pianificata, potenzia e affina il contenuto democratico delle proprie originali istituzioni di tipo comunitario. Ascoltiamo ancora un momento Seku Turé: << Mi è stato rimproverato di essere un marxista ortodosso e di aver infenzio'f!,e di fare della Guinea la prima democrazia _popolare africana. Intendo affermare che noi siamo innanzitutto africani. Nessuno ha ancora compreso o voluto com,prendere che cosa questo significhi. L'apporto umano o politico degli altri popoli del mondo, d-elle altre culture, non è per noi altro che un fattore, un com.pletamento, un mezzo, esso non è né un fine né un modello. dobbiamo scegliere tra tutte le altre esperienze um-ane, siano esse francesi . o cinesi, americane o russe, quella che può essere adattata alle nostre realtà, quella che ci p·ermetterà di conseg·uire ques'ta realtà, _ di rivelare l'uomo africano in tu.tti i campi. Il marxismo, come il cartesiane simo, sono per noi processi di analisi, metodi di azione. Noi Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==