Passato e Presente - anno III - n. 15 - mag.-giu. 1960

• • La, « Base » 2053 certo che si tratta di com,piti permanenti la cui mancata soluzione in termini definitivi non giustifica la sottovalutazione, o ad.dirittura la condanna, della funzione stessa ,di questi movimenti politici. &co perché noi siamo profondamente conrvinti che, nonostante il travaglio attuale, la DC possa sa1va,re, anche a costo di un inevitabile ridimensionamento, la propria funzione laico-democratica e pos- , sa allargare progressivamente la propria egemonia sulla stragrande maggiora,nza del ·mondo cattolico italiano. E' in ra,pporto a questo obiettivo, 1 di fronte al quale l'attuale classe dirigente democratico-cristiana è stata particolarmente carente, che può essere spiegata la funzione della << Base » all'interno del. partito dei cattolici. Si tratta di una tendenza che non p·unta per principio alla conquista del potere interno, che non limita la propria azione ad una sfera puramente intellettua1istica, che non ma,schera dietro alle proprie rivendicazioni vel- ·1eità ·di integralismo progressista. Si tratta di una tendenza che ha l'am-bizione ,di essere· la << coscienza critica» di tutto H partito dei cattolici, che si sente erede consapevole, intransigente, di una lunga tradizione politica autonoma, laica, popolare, ,del movimento dei cattolici italiani, che propone un discorso valido per tutta la DC, senza alterare la propria ispirazione cristiana e accettando il metodo democratico-parlamentare e la collaborazione con altre forze pol,itiche. Essa non 1si pone come gruppo di pressione intellettuale e combatte ovun·que può 1a sua battaglia politica interna, anche perché una classe dirigente si forma attrarverso tale metodo, ma non si propone soltanto l'alla,rgamento n·umerico -della sua i,nfluenza, bensf di dare prestigio politico, incidenza reale ad ogni livello, alle proprie idee. Il riferimento a Milano, Avellino, Venezia, per non parlare delle n•umerose minoranze, è accettabile se con esso si vuole indicare la capacità di un movimento di idee di assumersi respon5abilità ,pratiche ,dirette, ma il concetto di << isola >> non si addice ad una tendenza che ri,fugge dal chiude~si in se stessa e, al contrario, si propone di influenzare nel suo complesso la vita del proprio partito, lo sviluppo di una politica che può, anzi deve, contare anche su e ten1 denze, su altri gruppi, S'U altre forze. Non è forise vero che gli atteg,giamenti odierni di Fanfani, la battaglia di gruppi che non sem,pre ries~ono a superare le proprie origini sind_acali, o - per altro verso - la ripresa di certi temi da parte di Moro, ,sono il risultato di un processo dialettico interno in c,ui la lunga battaglia della << Base» ha avuto, nel campo delle idee, una funzione importante in questi anni? Non è forse positivo che la Bibliote~ Gino Bianco •

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