2034 Antonio Carbonaro tito in contrasto con la struttura piu larga, non può che ripeterne le forme e ile co,nnessioni. Ora si deve cl.ire che la struttura maggiore entro cui vivono i partiti politici corrisponde non al governo di una maggioranza, bens1 a certi rapporti di forza tra maggioranze relative e minoranze coadiutrici o oppositrici. La democrazia parlamentare non è tutta la democrazia possibile. E, in ogni caso, se il partito politico viene considerato non in sé, ma nei rapporti ieon altri gruppi politici (che non sono sempre e so1tanto partiti politici, ma anche gruppi di interesse e di pressione) e con i vari centri •decisiona1 li del sistema statuale a tutti i livelli, si pot:rà parlare non di una minoranza organizzata che esercita il potere, ma di tante minoranze che, nel .loro settore, i1 mpongono, con :p,iu o meno efficacia, la loro autor,ità e il loro peso e che tuttavia, nel •gioco delle loro interferenze recipro,che, realizzano una condizione di maggiore -libertà sociale neH'ambito di un certo equilibrio dinamico" di forze e di interessi. In altre parole si vuol •dire (e questa è una deliberata scelta di valore, che può disting.uere una sociologia da una altra sociologia) che il cittadino privato può realizzare dalla contesa · delle oligarchie concorrenti un beneficio maggiore che non que1 llo derivante da un reg,ime dittatoriale o indifferenziato; e ciò non nel senso .di ·una corrispondenza, del Testo assurda, del modello politico con quello economico, ove il cittadino stenta in realtà a difendersi dalla 1nanipolazione strumentale, · sia come produttore che come consumatore, bens1 nel senso di una possibi1 lità plurima di scelte, semip,re piu controllabili e adeguabili a co1 mportamenti razionali individuali e di gruppo, man mano che diventa chiara la coscienza degli interessi comuni alla maggioranza . . D'altra ,parte [a stessa situa~io-ne cqncorrenziale esterna a ,un determinato partito politico preso in sé riesce a influire sulla situazione interna in modi com·presi tra i seguenti due 1poli: o inducendo i1 l gruppo ad accentrare i comandi e ridurre la sfera dii libertà degli aderenti e il ricambio interno della élite (l'unico caso considerato da Michels, non generalizzabile); o inducendo a mutamenti interni piu rapidi, che scuotono la struttura ;inerziale organizzativa, Ji'bera~do corre-nti di opinione e alternative di ricambio molteplici. ·Ma anche la prima di queste due estreme ailternative · non è u.na trappola da cui chi è entrato non riuscirà piu a uscire. Non .bisogna dimenticare che, dopotutto, l'organizzazione del gruppo politico nasce dall'associazionismo volontario. L'adesione al partito e la stessa parteBiblioteca Gino Bianco
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