• Sindacato e fabbrica 2029 dursi in una posizione egemone (e non in una semplice manifestazione di subalternità e di alienazione) occorre che essa si traduca in una politica nuova e adeguata degli istituti stessi del movimento operaio; ma a sua volta q·uesti istituti, per la loro stessa struttura e rigidità, elaborano e attuano una politica ideologica, elaborano e attuano una politica a cui l'operaio resta estraneo, a cui non riesce a parte- , cipare. Ancora una volta l'operaio, nella sua opposizione al piano direzionale, si trova di fronte ad un altro piano, il •piano del partito, del suo partito, che utilizza la sua capacità di lotta, di resistenza, strumentalmente, come strumentalmente la direzione utilizza la sua capacità di lavoro, le sue stesse manifestazioni. di resistenza. Nel circolo chiuso di questo contrasto, di questa duplice estraniazione, il sacrificio dell'operaio Mothé diviene sterile, la sua lotta inefficace, la sua denuncia, la sua testimonianza una vana protesta. ,D' altra parte, l'ideologia stessa che ispira il Mothé, la sua fede nello spontaneismo· operaio, nella lotta diretta ed in1mediata, nello ·sciopero generale indeterminato, nella rappresentanza diretta creata sempre nella e con la lotta, gli im·pediscono di con-eludere co1 n una visione di speranza, (« un periodo è ormai terminato. Il dinamismo dègli operai è stato completamente sprecato, tutta la loro ricchezza aggressiva è stata so~ocata oppure orientata verso obbiettivi che non erano i loro. I lavoratori che hanno -cercato di scuotere l'apatia dei loro -com-pagni hanno cozzato contro un muro di incomprensione e, rinunziando a demolirlo, si sono alla fine rassegnati al silenzio))), di cercare· e. aprire un nuovo terreno di -proposta, al di là della sola condanna di una visione strumentale della lotta operfl_ia,della concezione del sindacato come cinghia di trasmissione, della degenerazione burocratica del sindacato. Gli impediscono infatti di vedere negli strumenti dell'organizzazione e della razionalizzazione del mondo mo- . derno non tanto i nemici da com·battere, quanto gli strumenti che la classe operaia stessa deve conquistare e utilizzare ai fini stessi della sua lotta: il che significa in definitiva adeguare gli strumenti e i metodi di lotta alla nuova realtà del mondo produttivo, elaborare un piano razionale di lotta sindacale da opporre al piano direzionale per ricreare le condizioni di una_ competizione efficiente e di una capacità egemone della classe operaia. FRANCO MoMIGLIANO · Biblioteca Gino Bianco
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