2028 Franco Momigliano I -, maggiore possibilità di coordinamento e di previsione degli interessi comuni futuri), ma di ordine qualitativo, nel senso che l'intervento del funzionario modifica la direzione di un circuito di comunicazione e di rappresentanza. In questo senso l'organizzazione dell'istituto di rappresentanza dei suoi interessi diviene apparato, diviene cioè qualcosa a lui estraneo, che vive di vita propria, proprio cosi come vive di vita propria, a lui estranea, l'organizzazione. che il management impone alla fabbrica. L' o.peraio di cui ci parla il Mothé trova cos1 la di.fesa contro l'organizzazione direzionale della fabbrica nella << resistenza collettiva>> alle norme di razionalizzazione del lavoro, trova la difesa contro l'organizzazione dell'apparato sindacale e •politico o nello scaricare la responsabilità della decisione e della iniziativa di lotta, o nell'opporre alla decisione del sindacato una volontà di lotta diretta, immediata, senza termini di uscita, incompatibile. con l'azione diplomatico-politica di questi istituti. Utilizzando questa ·chiave interpretativa, si può forse comprendere perché gli operai che ci descrive il Mothé agiscano su un piano di diEfidenza e sfiducia, sia nei con-fronti dei rappresentanti della ,direzione aziendale, sia nei confronti del delegato che rigetta la responsabilità dell' iniziativa di lotta sugli operai, sia nei confronti dei funzionari sindacali che cercano di guidare la lotta sul piano tradizionale del compromesso dimostrativo. Il Mothé, nel descrivere una riunione degli operai con i rappresentanti del « 1 Comitato di Intesa dei Sindacati>>, cosi commenta: << Di tutta la nostra passione non abbiamo trovato la piu pallida eco in questa riunione n, « la disciplina del Partito ha pianificato tutto>>. L'operaio Mothé ritrova cosi anche all'interno dei suoi istituti lo stesso motivo di opposizione che prova, nell'interno della fab·bri,ca, nei confronti della Direzione: l'organizzazione, la piap.ificazione. Le ragioni dell'opposizion_e, alla fine, pur èon tutte le differenze del caso, si accomunano nella stessa radi,ce: l'assenza di una possibilità di effettiva partecipazione, di effettivo controllo da parte •degli operai, nei confronti delle .decisioni della organizzazione dell'apparato. La crisi del movimento operaio, almeno per quanto si riferisce all'esperienza della grande azienda francese, sembra toccare qui uno dei suoi punti fondamentali: alla estraniazione dal processo produttivo sempre piu razional,mente organizzato, gestito e pianif~cato al · di fuori di lui, l'operaio oppone la resistenza collettiva di classe; ma perché questa resistenza collettiva abbia la effettiva capacità di traBiblioteca Gino Bianco
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