Passato e Presente - anno III - n. 15 - mag.-giu. 1960

Note e Segnalazioni 2131 la rinomanza accquisita dall'autore con altre opere - in specie con L'élite del potere - crea il rischio che ad esso venga attribuito un peso maggiore di quanto non meriti, sia nelle ,parti meno accettabili, ·sia nelle altre poche di contenuto piu serio. Tre anni dopo la pubblicazione di Fads and· Foibles· in Modern Sodology, del Sorokin, 11he Sociologi,cal lmagination ne riprende gli spunti polemici, i · bersagli, e · soprattutto l'animosità del tono, ,poiché non si può negare che alcuni dei bersagli del Sorokin la << testomania », la << quantofrenia » - fossero relativamçnte .ben scelti, mentre agli attacchi .del ,Mills fa spesso nu,be il risentimento: quello tipico, diremmo, dell'accademico scarsamente considerato dai suoi colleghi. Per 1 Mills come per Sorokin, la incarnazione del Negativo, il diavolo del quartiere sociologico è Talcott Parsons. Il secondo lo accu-sava acremente, nel libro citato, d'aver plagiato le sue opere e .quelle di altri, omesso· doverosissime ·citazioni, deformato -- nel migliore dei casi - il ·pensiero degli autori originali; il primo giunge ad affermare che l'-0pera principale di Parsons, 11he Social System, è cos~ituita << per il 50 -per cento di verbosità, il 40 per cento, di ben nota sociologia da libro di testo >>, il 10. per cento di materiale avente forse un vago uso ideologico; dopodiché ricorre all'espediente retorico (non saprei come definirlo altrime'nti) di ricopiare una pagina di 71he Socia! Svstem, assai téc- • ,.. Biblioteca Gino Bianco nica e complessa, e di darne una << tra,duzione » estremamente pedestre in due righe scarse, corredate dàll'affermazione che nulla di sostanziale del testo originale va cos1 perduto (pp. 25-27). Cosi dimostrata l'inconsistenza delle teorie parsoniane, l'autore: passa oltre e rivolge il proprio arco contro i metodologi (Lazarsfeld, Stouffer, Berelson e altri), lanciando loro -l'accusa demolitrice di ignorare l'uso della storia, di usare come unità di analisi un astratto << sistema sociale » anziché lo stato-nazione, e di non voler aprire gli occhi sui grandi problemi della società; infine di far uso•, al pari di Parsons, d'un gergo volutamente oscuro per mascherare le proprie deficienze inntellettuali e ideologiche. E quel che urta, qui, è prima la .faccenda del gergo che · non quella della storia, poiché è ormai diventato un vezzo - anche nel nostro paese - di gettar la croce su chi scrive di sociologia, non appena osi abba11donare il linguaggio corrente a favore di termini tecnici. Il biasimo dei critici trova un'evidente giustificazione nei casi in cui l'invenzione o l' adozione -del gergo è sfoggio gratuito di pedanteria semantica, come avviene nei contributi di giovani e zelanti laureati in sociologia (che sono ·migli~i~) ospitati negli U.S.A. dalle riviste specializzate, oppure nei casi in cui l'autore mostri una palese incapacità a tradurre in un italiano decente la terminologia • • straniera, come avviene spesso tra noi. Ma infine si tratta di distin- •

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