Passato e Presente - anno III - n. 15 - mag.-giu. 1960

• Sud Africa 2099 mente differenti -da quelle esistenti nella città. Nelle aziende agricole non si fa questione di eguag1ianza. Qui i rapporti tra padrone e servo sono ris-pettati e non c'è al1cun pericolo che si creino condizioni simili a quelle delle città, dove gli africani lavorano con gli europei su un piede di parità, il che dà origine a ogni specie di situazioni indeside- , rabili ». Il numero -degli africani condannati in ba1se alle leggi sui permessi passò da 217.397 nel 1950 a 337.603 nel 1955. Con una popolazione maschile adulta di circa tre milioni di africani, e con l'esclusione dalle statistiche dei reati penali ordinari quali furto e violenza, le cifre costituiscono un -dato spaventoso. Non sor-prende perciò che nell'Unione del Su·d Africa ogni anno una persona su dieci (non escludendo le donne e i 1 bam.bini) sia con.dannata per qualche crimine. Tenuto inoltre conto che soltanto ora le leggi sui permessi stanno entrando pienamente in vigore, nei prossimi anni ci si può senz'altro attendere un ulteriore aumento di questa proporzione. Sindacati e scioperi ·Di pari passo con la legislazione sui permessi va il codice industriale del paese. I lavoratori bianchi •sono naturalmente liberi di organizzarsi in sin-dacati, d,i stipulare contratti colletti vi, di vendere il proprio lavoro senza limitazioni e di ricorrere agli scioperi per far pressione sui loro -datori di lavoro.. I lavoratori africani ·non possono sti1 pulare contratti collettivi, i loro sindacati si vedono negare il riconosciimento giuridico, e tutti gli scioperi sono proibiti pena gravi sanzoni. Quando sorgono delle vertenze con i datori di lavoro, gli operai sono rappresentati dai funzionari governativi e non hanno altra scelta · che accettare i risultati di trattative alle quali essi non hanno preiso assolutamente parte. I ,loro sindacati sono ignorati soltanto finché rimangono tranquilli. Non appena però -danno segni di effettiva attività i loro organizzatori sono interdetti o imprigionati per « incitamento allo sciopero». Poiché è necessario trovare un'apertura. dalla quale i i datori di lavoro possano indivi·duare gli agitatori che stanno dietro ogni agitazione sindacale che avviene nelle loro imprese, gli operai sono autorizzati a creare, volendo, delle commissioni interne.· Ma l'esempio delle commissioni interne della filatura Amato & Benoni lo scorso anno - quando le richieste -di aumenti salariali furono ignorate e la esasperazione degli operai africani esplose in uno sciopero - deve trat- ·· ibl10e.ca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==