2090 Ronald M. Segai Se poi gli riesce di accettare queste statistiche e di, afferrarne il significato, egli comincerà istericamente a ,difendersi con l'affermare che gl'indigeni sciupano il ,denaro al gioco, nel bere e in vestiti stravaganti. E se, con .pazienza, riuscite a persuaderlo perché vi aiuti a preparare un bilancio familiare capace di riempire adeguatamente cinque stomaci con ciò che rimane •delle 16 sterline dopo aver pagato l'affitto, le imposte e il costo dei trasporti, egli pro-babilmente alzerà le spalle e vi spiegherà con sufficienza che i bianchi non possono giudicare gli indigeni in base al proprio elevato tenore di vita: dopo di che si ritirerà dietro l'autocompiacimento che gli proviene dal fatto di pagare i suo-i co·mmessi con un salario leggermente superiore a quello stàbilito e segnerà il vostro nome sulla lista delle persone da non invitare piu a pranzo a casa sua. Dopo tutto, egli non è peggiore della signora liberale che parla continuamente della ·sua intenzione di 1asciare il paese prima che i nazionalisti lo coprano di camp•i di concentramento, .. e che una volta mi diceva che l'elevato tasso di mortalità infantile tra gli africani è dovuto al gran nu.mero di figli che essi hanno . . E' dunque necessario che le strade tra Johannesburg e i suoi sobborghi siano lunghe. Ma ancor piu necessario è che vi siano. Tra il 1947-48 e il 1957 ·il numero ,dei bianchi occupati nell'industria privata in tutto il paese passò da 129.000 a 202.000 (un incremento del 57,7%). Il numero degli africani occupati., però, nello stesso periodo passò da 200.000 a 367.000: un sa.lto dell'83,5%. Se dunque nell'industria il nurnero ·degli africani è già il doppio ,di quello dei bianchi e la proporzione aumenta giornalmente, il fabbricante di -dolci deve pur ammettere quel che si nascondono i piu stu·pidi o i piu spaventati degli artigiani bianchi: che l'in-dustrializzazione africana sostiene una forza di lavoro specializzata. bianca, e che le fabbriche e le botteghe chiuderebbero tutte se il flusso degli africani verso la città dovesse mai invertire il suo corso. Il nostro fabbricante di dolci si sente sicuro, al pari di tutti gli altri bianchi di Johannesburg, perché nella sua mente egli separa le braccia ,dal corpo, l'operaio negro dal suo ambiente fisico e sociale. E poi di tanto in tanto avviene qualcosa, e le centinaia di migliaia. di operai negri .d•iventavano una comunità articolata, e proiettano i loro risentimenti, le loro sofferenze e le loro aspirazioni oltre il sipario che protegge la mente dei bianchi - e il velo del tempio è lacerato e la sofferenza del Sud Africa improvvisamente e completamente rivelata. Biblioteca Gino Bianco
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