Passato e Presente - anno III - n. 15 - mag.-giu. 1960

• << Il Politecnico » 2085 Conclu-dendo, occorre dire che, drammatizzan,do e ringiovanendo la rivista e presentandocela come esemplare di tutte le nostre, successive, inquietudini, Forti e Pautasso l'hanno inserita - nono·stante che i termini dei problemi siano oggi m·utati - nella contin·uità di un discorso. E la discussione alla 1 Casa della Cu·ltura di Milano, ne ha significato, appunto, la ripresa. Per Forti e Pautasso, il senso del loro · lavoro è stato queHo di riscoprire « Politecnico » a quei giovani che, all'epoca iri cui << Politecnico » usciva ,di settimana in settimana e, poi, di mese in mese, imparavano appena a leggere. (L'unico giovane che abbia avuto modo di intervenire al dibattito aHa Casa della Cultura non conosceva infatti << Politecnico» ·che per la « scorsa affrettata >> che aveva dato all'antologia -di Le,rici). La loro antologizzazione risponde a questo principio - che può essere discusso, come del resto lo è stato - ma che comporta vitalità e intraprendenza. Se posso avanzare un parere, io direi che la vivacità del proposito, ammirevole, ha però portato Forti e Pautasso a << ideologizzare » troppo, e nel senso delle ideologizzazioni posteriori (quali pourebbero essere • tipiche, per esempio, di un « Ragionamenti »), Vitto_rini, il suo « Po-Iiteçnico », e il marxismo -di Vittorini e del « Politecnico >>. Non soltanto il marxismo non fu la dimensione unica secondo la quale « Politecnico » sent1 e pensò ogni suo tema, ogni sua proposta (quale si im·pose poi, nei tentativi successivi di riviste di avanguardia di sinistra); e fu, invece, una componente del suo enciclope.dis1 mo, del suo illuminismo, della sua volontà di rinnovamento culturale, e della sua energia di sprovincializzare; ma la fiducia nel partito come tramite della lotta culturale si ,resse, allora, su una adesione sentimentale che, nei tentativi e negli anni successivi, divenne invece oggetto di polemica, anche feroce, da parte degli intellettuali della sinistra critica. ,.Personalmente, sarei piu propensa a sottolineare oggi come vivente eredità del tentativo vittoriniano non tanto il _suo marxismo, quanto quella che, di solito, si chiama << la confusione» di << Politecnico »: e cioè il gusto enciclopedico, piu vivo e tollerante e generoso della riduzione· .di ogni .fatto o evento, moto dell'intelligenza o del sentimento - si tratti -dell'eterno Hemingway, o della poesia di Pasternàk o, perché -no?, dd balletto psicanalistico - al marxismo, o secondo il marxismo. Cad-uto lo stalinismo ingenuo, o semi-ingenuo, (come ha chiarito Ferrata) che fu di «Politecnico»; caduta la consegna fiduciaria e sentimentale ·dell'intellettuale al partito, che fu di «Politecnico»; mutatosi s·blioteca Gino Bianco

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