Passato e Presente - anno III - n. 15 - mag.-giu. 1960

• La « Base » 2069 nessun genere, pos·sano sa1 lvare se stessi 1n piena consapevolezza e, con1unque, siano aiutati al massimo ad individuare il fine ultimo della loro esistenza, e non di una società che im1ponga con la forza, con un autoritarismo negatore della libertà e della dignità per·sonale, un modello prefabbricato di organizzazione sociale e politica, foss'anche il piu perfetto. Per questo la .difesa della libertà della Chiesa ne11a esplicazione della sua missione religiosa, sia in una società liberale che in · una società socialista, non è per dei cattolici sinonimo di clericalismo, - tendenza al· potere temporale, ma è difesa di un diritto e di una libertà comuni, oltre che di una propria concezione de1la vita. Per questo la Chiesa condanna tutto ciò che cal1pesta il diritto naturale o viola la libertà, e in primo luogo tutela l'espressione del sentimento religioso, lasciando ai cattolici il compito .di risolvere in piena autonomia, fatti salvi i valori fondamentali, i problemi attinenti alla costruzione di un ordinamento politico, di un sistema economico, di una società civile. Né può, senza contravvenire alla sua missione, far·si Essa carico di una trasformazione della società laddove i cattolici non hanno raggiunto la maturità sufficiente per assolvere a questo compito o per contribuire, in collaborazione con altri, a che esso sia assolto nel migli?re dei modi. Ecco perché il n1ovimento ,politico dei cattolici è portato, per sua natura, a occuparsi dei problemi della propria società in piena aderenza alle condizioni storiche e nazionali, ·senza far riferimento a modelli prefabbricati (per intenderci a q·uei modelli che per altri movimenti politici sono identificabili con l'ideologia) e tenendo conto di valori morali e di libertà che sono· permanenti. Di qui la possibilità di ricorrere a interv~ti pubblici, a nazionalizzazioni ad esempio, che· in alcuni paesi potrebbero non solo essere leciti, ma perfino doverosi, e che in altri .potrebbero ad.dirittura essere riprovati. Di qui il dovere .di garantire, anche nel quadro ·di ·una politica· economica programmata, per il raggiungimento di obiettivi di carattere generale, il bene comune storicamente definito, la libertà di iniziativa personale, l'individualità e la libertà dei singoli soggetti economici. Ecco da dove nasce, anche qui come moto proprio e non a seguito di spinte esterne, l'insistenza di una visione strettamente « italìana », nazionale, 1dei problemi politici. Non vi è chi non veda la differenza profon,da, ,nel metodo come nelle finalità, tra questa vocazione nazionale, libera da sottofondi strategici, con la rivendicazione di « via italiana » propria dei comunisti. I comunisti italiani o cinesi portano B.iblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==