Passato e Presente - anno III - n. 14 - mar.-apr. 1960

1812 Commenti Sul piano piu strettamente politico, motivi delle ricordate freddezze potrebbero trovarsi nel fatto che il processo di integrazione è oggi condotto da forze conservatrici che incontrano giustificatamente le , diffidenze degli ambienti avanzati. Ma è bene dire che quelle forze « conducono >> anche perché le forze contrapposte non fanno sforzi coordinati e sufficientemente vasti al fine di impadronirsi o di iTJf luire sulla « tendenza oggetti"va » all'integrazione della CEE. Alla radice delle freddezze di qualche parte della sinistra cattolica si intuisce un discorso « mediterraneo » o euro-africano che è, però, continuamente abortito. Ma anche su questo piano è certo che molto di piu può fare, anche agli occhi· di ogni paese arretrato, una comunità europea che magari si ingrandisca in virtu della sua forza catalizzatrice e che sia comunque irrobustita, consapevole dell'importanza - sul piano delle interdipendenze mondiali - del risollevamento dei paesi sottosviluppati. Molto meno può fare un'Italia che ha suoi presranti problemi strutturali e che sia inserita in « soluzioni piu vaste», seducenti per coloro che amano le piu intellettuali astrazioni, ma anche estremamente nebulose e in ogni senso incerte. Comunque siano prospettate, certe freddezze non riescono pienamente comprensibili ... Continuamente i processi di i"ntegrazione in corso rivelano contraddizioni entro le quali si può operare a fini di progresso. Recentemente, su piano piu generale, il prof. Leontief rivelava, in un suo articolo che ha avuto vasta eco, quali contraddizioni insorgano negli Stati Uniti tra le spinte obbiettive a vaste programmazioni e gli interessi dei gruppi <<manageriali» capitalistici. In Europa contraddizioni simili sono apparse nel conf Zitto tra Pinay e i tecnocrati gaullisti ( che sono, si noti, in parte in funzione sin. dal periodo mendesista). Certo non bisogna farsi illusioni sui limiti delle forze che determinano i tecnocrati gaullisti, e quindi non bisogna farsi illusioni sui limiti degli stessi tecnocrati gaullisti. Ma ci preme rilevare le « tendenze obbiettive» che certi conflitti rivelano. Nel processo d'integrazione di un'area vasta come quella della CEE, un processo che comporta necessariamente grandi trasformazioni delle strutture -macro-economiche, debbono moltiplicarsi quelle contraddizioni che si rilevano negli stessi Stati Uniti. Debbono moltiplicarsi in una misura tale da forni re ampie possibilità a forze progressiste che abbiano iniziativa e fantasia. Viceversa i tecnocrati gaullisti, pur non potendo certamente considerarsi gli alfieri del -pi.u rapido degli sviluppi, potrebbero in definitiva risultare per l'altrui carenza, le figure piu positive e interessanti del prossimo futuro europeo. g.p.p. BibliotecaGino Bianco

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