Passato e Presente - anno III - n. 14 - mar.-apr. 1960

1848 Livio Maitan vista -delle esigenze produttive. 31 Al che si è replicato richiaman.do la distinzione tra -dimensioni .della proprietà e dimensioni d,ell'azienda e proponendo d'altro lato particolari s-oluzioni per le zone caratterizzate •dalle grandi aziende progredite. 32 Ma se, come è ovvio, non esiste tra proprietario e azienda una necessaria identità, sarebbe, assurdo tuttavia supporre che si possa prescin.dere .del tutto dal rapporto tra questi due elementi. La differenziazione della proprietà costituisce inevita·bil,mente un ostacolo a un funzionamento unitario di una azienda e in ogni caso, quindi, si rischiereb·be .di passare a forme produttive meno efficaci e meno razionali. Peggio, se le soluzioni che vengono proposte sono cosi chiaramente artificiose come quelle delineate da Sereni e riprese con mutevoli• varianti nelle risoluzioni congressuali, per cui i lav-oratori continuerebbero a restare sulla terra, di cui sarebbero divenuti proprietari e si varrebbero ,dello intervento del capitalista agrario, che .dovrebbe continuare a esercitare una funzione -di unificazione dell'azienda. 33 La verità è che il superamento del tipo di azienda capitalistica avanzata non potrà realizzarsi, di norma, con il ritorno a una proprietà privata contadina, comunque si pensi di integrarla, bensi solo con il passaggio a forme di gestione collettivistica, proprie di un regime socialista. N,essuno può ignorare gli ostacoli di ordine politico che si frapporranno alla realizzazione ,di un simile obiettivo, ma di qui bisognerà passare e n·on servirà a nulla cercare diversivi 31 Ofr., per es., quanto dicono la relazione del Comitato fed. di Bologna (p. 14-15), e la relazione alla conferenza laziale (p. 52). 32 Ofr. il citato documento bolognese (p. 15) e l'intervento di Barca alla conferenza laziale (p. 161). 33 Le « Tesi >> per il ,IX -Congresso parlano della « costituzione di cooperative o d'altre forme associative tra tutti i lavoratori dell'azienda per la conservazione e il miglioramento delle terre e degli impianti e servizi comuni e per assicurare anche mediante accordi ,con i possessori del capitale di esercizio, la gestione dell'azienda nel comune interesse ». Vale la pena di notare· che le << Tèsi » dell'VIII Congresso esprimevano un concetto analogo nella prima stesura, ma lo sopprimevano nella stesura definitiva. E' questo un singolare rifle,sso delle polemiche cui si è fatto cenno. Biblioteca Gino Bianco

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