Passato e Presente - anno III - n. 14 - mar.-apr. 1960

Segnalazioni 1967 mostra con molta vivacità quali e quanti siano le remore e gli intoppi che crea una mancata legislazione nazionale in questo campo. , Remore interne, per quel che riguarda lo sviluppo che questa industria deve prendere e gli indirizzi che deve scegliere; ostacoli sul piano internazionale alla nostra possibilità di avere una linea coerente da sostenere nei diversi convegni indetti per un « diritto atomico uniforme ». A questo riguardo non possiamo che sottolineare quanto il relatore dice iniziando la sua relazione, e cioè << E' inevitabile che la sola invocazione di una legge in una materia codificata in altri Paesi ormai da un decennio suoni come protesta verso il Parlamento. » Tutte e tre le relazioni ricordate però, e a ragione, essendo il convegno solamente ·sudl'energia nucleare _poco, o meglio nulla, dicono del problema -del Mezzogiorno a cui invece la pubblicazione si intitola. A questa lacuna ripara il prof. Ippolito con l'ultima relazione che è un po' una visione di insieme delle questioni e ·dei problemi che sorgono e si dibattono nel campo ,dell'energia n·ucleare circa le possiibilirà di sfruttamento di questa per uno sviluppo de-1 Su·d d'Italia. La relazione di Ipp~lito prende in considerazione i piu vari lati di questa realtà, sia tecnici che economici, guardando a quelle che ne saranno le conseguenze in un futuro sempre piu prossimo. · Ippolito mostra di essere sensibile anche ai problemi piu genera- • • Biblioteca Gino Bianc li di una economia sottosviluppata, sostenendo ad esempio con vigore come non si possa aspettare che nel Sud si crei una domanda sufficiente ad assorbire una grande produzione cl.i elettricità, per costruirvi un impianto nucleare, poiché cosf, inevitabilmente, cadremmo in un circolo chiuso. O-pinione oggi condivisa da molti e che pare essere anche la nuova strada che si è decisi a seguire nel nostro Mezzogiorno con il rilevamento da parte dell'IRI dell'impianto di Taranto. Quando però, chiudendo la sua relazione, il segretario ·del CNRN auspica la creazione ,di un'industria << segnatamente produttrice di beni di consumo » non ci sentiamo di concordare con lui. S·ia che ci si voglia riferire a quanto . . . . ' . ampiamente si scrive e si e scritto nella letteratura economica sull' argomento, sia che si voglia guardare a quella che è stata l'esperienza delle nazioni oggi industrialmente ed economicamente piu avanzate, si vede come, se si vuole veramente che l'economia di un paese progredisca, è necessario un grande sforzo produttivo, non certo però indirizzato alla produzione di beni di consumo, bens1 concentrato nelle industrie produttrici dei beni cosf detti strumentali, e solo in seguito si potranno dedicare energie alla produzione di beni di consumo. Questo iter si è mostrato necessario sia per le economie « libere» sia per quelle parzialmente o totalmente pianificate, e la storia •di questi ultimi cento cinquanta anni ne · è una prova irrefutabile. ,.

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