Storiografia << realistica >> amertcana 1955 in ,dubbio l'originalità -di questa impostazione il .passo è breve: e infatti troviamo in questi studiosi americani un costante richiamo , alla logica aristotelica e alla scienza politica montesquienana, considerate come diretta anticipazione ed ispirazione delle dottrine filosofiche ,di Marx, mentre è interessante notare come manchi in loro la consapevolezza dell'influenza diretta del metodo dialettica hegelliano . - dello Hegel giovane, preciserebbe Lukacs - sul pensiero marxiano e di come Marx stesso a·bbia risolto in sintesi originale l'elaborazione degli elementi acquisiti fino ad arrivare ad una interpretazione organicistica della realtà economica, sociale- e politica. In questo periodo, in America, soltanto pensatori come Simons, in Socia/ f orees in american hystory (1911), e Seligman, in Economie interpretation of history (1902) arrivarono nella ricerca· storica ad una precisa localizzazione sociologica ed ·economica ,delle forze politiche applicando coerentemente gli schemi marxiani, ma il tono -delle loro opere troppo << speculativo» per la mentalità americana le ha tt:rattenute in una po·sizione isolata nella storiografia statunitense. Certo, nell'analisi degli avvenimenti che portarono alla nuova costituzione, questi storici socialisti non poterono attingere al vastissimo materiale scoperto dal Beard negli archivi dei dipartimenti ·del tesoro, degli uffici catastali e dei municipi degli States, e per questo, nel caso specifico, le loro o·pere rivelano spesso una eccessiva astrattezza al confronto con la documentata ed obbiettiva esposizione ·storjca del Beard, anche se · loro intuizioni risultano sostanzialmente conferma.te proprio dalle sue nuove acquisizioni ,di dati. Piu tardi, fu J ameson che elaborò con sicurezza meto,dologica il materiale scientifico raccolto dal Beard, in una felice fusione di impostazioni scientifiche marxiane e di istanze realistiche · e .pragmatistiche tipiche della social science americana, nella sua opera T he american revolution as a socia/ movement (Princeton 1926), che a nostro avviso resta la piu organica interpretazione del sostrato so·ciologico ed economico degli avvenimenti del periodo considerato. Co·munque, tornan,do a Bear•d, tutta la sua filosofia politica si con- .densava nell'affermazione che l'impulso del miglioramento economico ·individuale è la vera forza motrice della storia e che << la distribuzione . della proprietà è un effetto necessario ·delle forze immanenti alla natura umana, per cui il politico non può mutare, ma soltanto osservare, il procedere fatale -della natura » ( cfr. T he economie basis of Politics, N. Y. 1922, p. 44) e queste sono concezioni che puntualizzano incontrovertibilmente la sua distanza dal pensiero marxiano. In ultima analisi, egli si ispirò non a Marx ma a Madison, specie al Madison del decimo saggio del Federalist, e ne sviluppò la concezione secondo cui la << fazione >> è il grande ·problema della moderna società democratica e che all'origine della fazione stanno gli interessi econo- ·Biblioteca Gino Bianco
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