Scienza e filosofia 1947 scienza e filosofia, con il pericolo di un proclamato rifiuto reciproco. Quella che ai giorni nostri p-uò essere considerata la prirna1 tentai· zione ha assolto ad una funzione storica positiva nell'antichità, quan- , do le scienze erano ai primi passi e quindi non sapevano muoversi in modo autonomo; ma dal Seicento in poi le scienze hanno proseguito in senso autono-mo, dato che i suggerimenti -della filosofia si sono quasi sempre rivelati di modesta efficacia. Naturalmente la scienza in questo laborioso cam·mino è spesso caduta in errori, ma anche gli scacchi subiti hanno avuto un valo-re positivo per la critica interna alle scienze che ne è derivata. Di .una separazione netta .fra scienza e filosofia (seconda tenta- . zione) si è . parlato piu recentemente, sia considerando le scienze come appartenenti ad un sapere inferiore (Gentile) sia assegnando finalità diverse alle scienze ·che alla filosofia (,Croce). Ma questa seconda tentazione ne ha provocato una contraria e precisamente il rifiuto del,le scienze nei .confronti della filosofia. In conclusione la filosofia non può assumere una posizione di « neutralità » nei confronti delle scienze; a meno che per neutralità non si intenda il rifiuto di schemi filosofici · stretti. Le scienze - ha continuato Geymonat - hanno elaborato in ogni fase storica criteri scientifici (evidenza - corrispondenza ai fatti - fecondità - formalizzazione - convenzionaJismo, ecc.) adeguati alla fase di sviluppo raggiunto .dal sapere scientifico; la pretesa di individ.uare ed accettare « un criterio dei criteri » al di sopra dei criteri singoli non può che essere -destinata al fallimento, per la impossi,bilità di togliere alle scienze, nel loro ·percorso, la dimensione storica che è propria di tutto il sapere. Per esempio Ja critica conven-zionalistica ha favorito il trapasso delle scienze esatte dall'800 al 900, contro il · criterio bandito dall'archeo-positivismo di una corrispondenza, secondo il senso co·mune, delle leggi scientifiche ai fatti (il principio di inerzia non trova certo una corrispondenza nei fatti). Non si può parlare di carattere astorico o metastorico delle scienze (Gentile), in quanto la ·scieriza non è costituita da una serie di linguaggi chiusi, ma di linguaggi in rapporti dinamici tra di loro per un processo di generalizzazione del discorso, i.p.cludente i precedenti linguaggi in quelli successivi. Meglio sarebbe anzi parlare di lin,gue scientifiche diverse, per togliere l' am·bigu:ità insita nel termine linguaggio. Poiché nelle scienze vi è un costante ampliamento del discorso, queste non possono essere paragonate, nella loro coerenza interna, ai giochi, poiché, in questi ultimi, non vi è passaggio, assorbimento ed ampliamento dell'uno nell'altro. Solamente rompen-do l'analogia scienze-gioco si p·uò am·mettere un progresso scientifico, come patrimondo scientifico che sempre si accresce. • Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==