1726 Giuliana D'Amelio che il Partito è impotente a superare. Mentre, dove il Partito stesso ha la maturità e il coraggio di mettersi alla testa degli avvenimenti, il processo di rinnovamento evolve lungo le sue naturali linee di sviluppo. E' questa l'unica maniera per ,resi,stere alle provocazioni antisocialiste. Sbagliata sarebbe quindi ogni considerazione che, sulla base dei recenti avvenimenti, tendesse a rimettere in forse i risultati del XX Congresso. La condanna dello stalinismo è irrevocabile. 2) Dagli avvenimenti di Polonia, e soprattutto d'Ungheria, scaturisce una critica a fondo, senza equivoci, dello stalinismo, che risulta fondato: a) sulla prevalenza di elementi di dura coercizione sulle masse neH'opera di costruzione di una economia collettivizzata; b) sull'abbandono dello spirito di libertà, che si trova nel genuino pensiero dei fondatori del socialismo scientifico, e che è l'ideale stesso delle grandi masse; e) sull 'instaur.azione di rap1Porti fra i popoli, gli stati socialisti e i partiti comunis6, che non sono di parità e fratellanza, ma di subordinazione e di .ingerenza; d) sulla concezione feticistica del Partito e del potere socialista, quasi che si possa pa·rlare ancora di potere socia.lista e di Partito comunista, quando manca il presupposto essenziale dell'adesione attiva della classe operaia e dei naturali alleati. L'economia, i rapporti civiE, i lega1 mi internazionali, .. che si costruiscono su queste basi, non possono non deviare profondamente dagli obiettivi che originariamente si intendeva perseguire. 11 nostro Partito non ha formulato finora una condanna aiperta e co111Seguentedello stailinismo. Da mesi si tende a minimizzare il significato del crollo del culto e del mito di Stalin, si cerca di nascondere al Partito i crimini commessi da e sotto questo dirigente, definendoli << errori >> o addirittura << esagerazioni ». Non si affronta la critica del sistema edificato sulla base del culto della personalità, come è ·stato analizzato nel recente rapporto del compagno Gomulka al CC del POUP. 3) I comunisti italiani si augurano che il popolo ungherese trovi 1n una rinnovata concordia la forza per superare la drammatica criisi attuale, isolando gli elementi rezionari -che jn questa crisi hanno agito, rilponendo Ja <::ostruzione del socialismo sulle ,sue uniche b.asi naturali: il consenso e la partecipazione attiva delle classi lavoratrici. Se non si vuole distorcere la realtà dei fatti, se non si vuole ca,lunniare la cl,asse operaia ungherese, o rischiare di isolare in Italia il Partito comunista italiano, o ripetere giudizi incomprensivi · come quelli ,formulati a proposito dei dolorosi .avvenimenti di Poznan, e che furono presto smentiti dal corso ulteriore dei fatti e dal riconoscimento de dirigenti del Partito operaio polacco, - occorre riconoscere ,con coraggio che in Ungheria non ·si tratta di un putsch o di un movimento organizzato dalla reazione (la quale tra l'altro non potrebbe trascinare a sé tanta parte della classe operaia) ma di un'ondata di collera che deriva dal disagio economico, da amore per la libertà e dal desiderio di costruire il socialismo secondo una propria via nazionale, nonostante la presenza di elementi reazionari. In particola-re è da deprecare - come è stato riaffermato in modo assai significativo nel recente documento emesso dalla Segreteria della CGIL - · che l'intervento 1 militare sovietico 1Sia stato richiesto e concesso, poiché esso contraddice ai BibliotecaGino Bianco
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