Passato e Presente - anno III - n. 13 - gen.-feb. 1960

1724 Giuliana D'A me/io tale ..m. ozione (il cui testo proposto da una comm1ss1one isi acclude con gE atti della riunione), ed hanno approvato alle 2 del mattino del 28 ottobre 1956 il seguente ordine del giorno: << I professori e assistenti comunisti dell'Università di Roma, riuniti per esaminare la situazione verifioatasi in seguito agli avvenimenti di Polonia e di Ungheria, auspicano che le ,posizioni espresse nel documento pubblicato dalJa segreteria della. Confederazione Generale Italiana del Lavoro vengano fatte proprie dalla Diirezione del partito ». Il Comitato di,rettivo della cell.ula è stato incaricato di far conoscere al più presto questo ordine del gioiino alrla Federazione romana e a.Ila Direzione del partito, alla « Unità >>, e ai compagni che rappresentano la corrente comunista in seno alla CGIL, insieme ai verbali e ai documenti della propria riunione. Roma, 26, 27, 28 ottobre 1956 4. La "lettera dei 101" per l'Ungheria L'azione degli universitari aveva ormai rotto tutti gli schemi consuetudinari e gerarchici. Si cercava, in sostanza, di farsi sentire nella misura piu larga possibile e di •pesare come forza d'opinione autonoma cosi come già aveva fatto, con la sua posizione, la Confederazione del lavoro. La mozione approvata fu portata all'indomani stesso, oltre che agli organi dirigenti di partito, al segretario della CGIL Agostino Novella, fu riprodotta dattiloscritta per farla conoscere a chi non era presente alla assem·blea degli universitari, fu fatta circolare a un convegno di studi agrari che si teneva all'Istituto Gramsci. Il 29 ottobre, che era una domenica, l'i1 ncalzare delle notizie dall'Ungheria deci,deva quindi a tentare un ulteriore passo, e cioè la preparazione di un forte documento di protesta, sostenuto da autorevoli firme di intellettuali indipendentemente dalle o~ganizzazioni di appartenenza, da rendere ad ogni costo di pu·bblica ragione. Si unificava l'iniziativa con quella che stava maturando presso la rivista «Società>>, ad opera del suo direttore Carlo Muscetta, si stendeva u-na bozza di manoscritto, e la sera stessa si convocavano presso due abitazioni private alcune diecine di compagni per decidere il modo d'azione. Un dissenso si manifestò fra wia minoranza che voleva senz'altro portare il documento a tutta la stampa; chi voleva riservarlo ancora una volta solo all' << Unità »; e chi voleva porre la con·dizione, piu o meno ultimativa, che se l'organo del PC,I avesse tardato a rendere pubblico q~el documento, allora ci si sarebbe rivolti agli altri giornali. Biblioteca Gino Bianco

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