Sindacato moderno 1643 calménte agire con gli strumenti a lui propri per promuovere una politica di sviluppo. Il problema è assai complesso per la CGIL. S-pi,nta, da una parte, per difendersi dalla politica di discriminazione e di esclusioni, a collaborare a qualsiasi proposta di carattere unitario avanzata da cdtri sindacati in tema di politiche di sviluppo (si veda l'accoglimento di un invito a partecipare alla conferenza a tre fra governo, imprenditori e lavoratori, avanzata dalla CISL), essa è sollecitata d'altra parte a cercare le vie _originali e le funzioni nuove di un sindacato moderno, non piattamente collaborativo, nel determinare un processo di sviluppo economico. In tema di unità sindacale, si è detto, e lo ha ripetuto Novella nella intervista stampa di fi.ne anno, che il 1959 ha portato a notevoli progressi, come è dimostrato dalle molte lotte condotte unitariamente e dai contratti nazionali rinnovati unitariamente dalle tre Confederazioni;· se questo è vero, non possono essere però sottovalutati sintomi negativi come la ricomparsa della contrattazione separata, non appena si è riaccesa la tematica della contrattazione aziendale (si vedano i èasi Edison, Montecatini, Pire/li, Fiat, ecc.). Non si tratta di episodi casuali, ma della dimostrazione della difficoltà effetti va, sulla base della struttura sindacale oggi vigente, di trasferire il ,processo unitario, realizzato in sede di contrattazione nazionale, tdla sede della contrattazione azien,dale integrativa. I «temi» della CGIL non consentono ancora di affermare che la contrattazion~ a tutti i livelli abbia trovato, né nelle sue elaborazioni teoriche né nelle sue impostazioni strutturali:, la soluzione della comunicazione del processo unitario dalla sede nazioncile alla fabbrica e viceversa. Ma la critica forse piu sostanzia/,e che ~i può fare al documento della CGIL è quella· di fornire .una lunghissima elencazione di temi rivendic0:tivi uniti a una buona teorica della funzione di un sindacato nella sodetà moderna, mancando però del senso della prospettiva, delle dimensione temporali. I <<temi» sembrano un quadro pieno di figure· interes~anti, ma ,privo di profondità. 11utte le ~vendicazioni, sia pure · esatte e centrate, veingono proposte Jenza fissare precedenze tra le vari-e riven·dicazioni (immediate e di fon·do). Ne risulta una tavola che dà uno scarso senso di operatività sindacale. Il dibattito sindacale per sua natura deve comportare un problema di scelta tra rivendicazioni maggiori .e rivendicazioni minori, lotte di oggi e lotte di domani. In sintesi, la validità di un dibattito sin_dacale, la sua capacità di determinare un fenomeno di partecipazione si trova ·proprio nella proposta di una problematica relativa alla formazione di un ordine di precedenza e di prorità. Non basta cost indicare che è attraverso l'azione delle rivendicazioni immediate che si perviene ad r4frontare anche i problemi di fondo di struttura. Occo"e -proporre Biblioteca Gino Bianco
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