Passato e Presente - anno III - n. 13 - gen.-feb. 1960

1716 Giuliana D'Amelio • mente in quanto proveniente dal segretario generale del partito, conseguenze negative sullo sviluppo del dibattito. Ad essa hanno fatto seguito infatti autorevoli interventi che tendono a minimizzare o eludere alcun grossi problemi obiettivamente presenti nell'attuale situazione. In alcuni casi, come da parte del compagno Romagnoli, mostrando insofferenza o piglio caporalesco, in ialtri, come nell'articolo del compagno D'Onofrio, alterando, forse per comodo polemico, la lettura e lo spirito dello scritto di un compagino. Tutto questo risohia veramente di offendere l'animo dei compagnii oggi impegnati in una onesta e difficile opera di chiarimento verso se ·stessi e verso gli altri: e ciò mentre la maturità del nostro movimento e le esigenze di sviluppo del partito richiedono che tutte le opinioni, anche quelle rimaste finora inespre!:se, vengano liberamente manifestate e confrontate di fronte al partito. Vorremmo che fosse ben chiaro che nessun motivo vagamente liberale ci spinge a queste considerazioni. Esse derivano da.Ila preoccupazione che, eludendo questo confronto e quindi una analisi approfondita della situazione oggettiva, si abbiano negativi riflessi suLla elaborazione della politica generale del partito, che richiede, specialmente in questa fase, uno studio e una ricerca attenta degli sviluppi della realtà, con il contributo di tutte le energie del partito. Noi siamo convinti che un clima di serenità, di reciproca fiducia, di rispetto del contributo di ciascuno, servirà ad una piu profonda comprensione della realtà in movimento e quindi alla elaborazione d~ queLla via italiana al socialismo per la quale lottiamo, e •alla quale è necessaria la parteoipzione e l'impegno consapevole di tutti i compagni. ,Naturalmente la lettera non venne pubblicata. Qualche copia e qualche notizia cominciò però a circolare tra i compagni, e ci risulta che prese di posizione analoghe furono tentate anche in qualche altra sezione di Roma. Di fronte a questi sintomi inquietanti vennero ripetutamente convocati presso il segretario .della Federazione e presso il direttore del1' << Unità >>, che era allora Pietro Ingrao, gli esponenti universitari in piccoli gruppi, e si .ebbero intermina·bili riunioni che è qui inutile ricordare, da cui però non derivò alcun accorso. Finalmente fu deciso di tenere una nuova assemblea generale (16 e 17 settembre), presieduta da dirigenti di primo pia•no scelti fra quelli piu « moderati >>, dato che dinanzi alla manifestazione unanime ,di un centinaio di compagni appariva impossibile un intervento disciplinare. Ingrao, aprendo la riunione con un lunghissimo discorso, tentò in sostanza di ottenere un riconoscimento autocritico, e respinse assolutamente la .possibilità di pubblicare la lettera famosa. Su Fabrizio Onofri portò elementi, anche Bi.blioteca Gino Bianco

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