La lotta politica del PCI a Roma 1707 deimocr.azie popolarn e in Cina). Pensiamo che giustificazioni storiche che rendano possibile lo ,sviluppo pacifico delJa rivoluzione in alcuni paesi vanno trovate neUa realtà contemporanea, nei rapporti di forze internaziona-li e interni ai singoli paesi . • A distanza di qualche settimana- (primi di maggio) anche la cellula del personale universitario (assistenti, docenti, tecnici, subalterni), che era destinata a restare fino ad agosto completamente distinta da quella studentesca, alle di•pendenze di una sezione rionale (sezione « Italia »), tenne una movimentata riunione. In essa si incrociarono tesi, alcune delle quali arrivavano a indicare in Krusciov un elemento controrivol•uzionario im'.padronitosi del partito sovietico, ma c'he tutte insistevano sulla necessità di un chiarimento di fon-do, di una spiegazione marxista degli avvenimenti nel periodo staliniano, di una autonoma presa di posizione del partito italiano al riguardo. Fu stilata una lettera, di cui non conserviamo il testo, e consegnata dal segretario, prof. Carlo Franzinetti, agli organi dirigenti federali e nazionali e al1' « Unità », chieden-done la pubblicazione, che ·peraltro non si ottenne. Un tono ancora più as·pro assunse il malcontento fra gli universitari ·e tra altri intellettuali in genere, molti dei quali si erano ormai abituati a ricorrere per le loro informazioni sull'Unione Sovietica alle in-discrezit>ni di giornali ·non comunisti, in ,seguito aillla conoscenza del rapporto di :l<Jru(sciovv, erso la metà -di giug:no, e alle deboli spiegazioni fornite in proposito da un'intervista di Togliatti e da un comunicato dalla Direzione. La Fe-derazione romana e gli organi centrali del partito si preoccu·parono di questa situazione, e decisero di convocare, verso la fine di giugno una assemblea di compagni intellettuali (oltre un centinaio) il più possi,bile rappresentati.va. Alla riunione parlarono il res·ponsabile culturale romano, Giovanni Berlinguer, e lo stesso segretario della Federazione, Otello Nannuzzi. La sua lunga relazione fu in chiave nettamente difensiva. Essa sollecitava soprattutto a ricercare quali << punti fermi » si salvassero dal terremoto del XX · con·gresso, ammonendo a non lasciarsi andare a << sfoghi » o a << -discussioni accademiche » ma a ricercare uno « sbocco politico», e riconosceva la liceità di << avere dei dubbi», animettendo che il relatore per •primo si trovava in uno stato di « grande confusione> mentale. Si ebbero interventi numerosissimi, spesso vivamente polemici contro gli organi direttivi e non di rado coloriti da divagazioni e interpretazioni psicologiche del << rapporto Krusciov ». Alcuni Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==