Passato e Presente - anno III - n. 13 - gen.-feb. 1960

16S8 Commenti I timori e le speranze possono venire al magistra.to dall'esterno o dall'interno della istituzione cui appartiene: dall'esterno, ossia da un privato, da un partito, da una chiesa, da una autorità dello Stato, dallo stesso miin.istro di giustizia, e dall'i·nterno, ossia dagli altri magistrati. Le preoccupazioni maggiori sono andate prima di tutto, ed era giusto clie fosse cosi, alla difesa dall'esterno: da queste preoccupazioni è stata caratterizzata la fase di trasformazione dell' o~dine giudiziario che si è conclusa con l'entrata in funzione del Consiglio superiore della magistratura, organo previsto dalla Costituzione per dare alla magistratura autonomia e indipendenza e con esse eliminare ogni soggezione dei magistrati verso l'esterno. Il Consiglio sup•eriore della magistratura non è riuscito pienamente conforme alla Còstituzione e alla attesa dei magistrati e della parte piu viva della pubblica opin,ione; ma ormai esiste e si tratta di osservarlo alla prova, di lasciar mani/ estare in una esperienza sufficientemente lunga i suoi pregi e i suoi inconvenienti.. Le preoccupazioni si volgono, nella fase di trasfor,nazione che ora si apre, alla difesa del magistrato dall'interno. Il punto critico è a tale proposito quello delle promozioni. La cosa migliore, e l'unica in accordo con la Costituzione, sarebbe che promozioni nella magistratura non ce ne fossero, che, secondo il precetto costituz.ionale, i magistrati si distinguessero tra loro soltanto per diversità ~i funzioni, che alle varie funzioni essi f assero destinati solo in base alle attitudini, che il loro stipendio dipendesse soltanto dalla anzianità e non dal grado. In effetti, tra il giudicare come pretore e il giu,dicare come presidente della corte di cassazione non c'è differenza né di difficoltà né di dignità. L'eguaglianza dei magistrati, tra l'altro, assicurereb~e la piena in·dipendenzd di ogni magistrato nei confronti degli altri nzagistrati. Ma l'articolo della Costituzione, ove si d,ice che i magistrati si distinguono soitanto per funz.ion-i, ha oggi ahimé, con il peso che nella speciale materia acquistano gli abiti di conservazione, le pigrizie e gli interessi, un sapore di utopia. Restan,do nella magistratura una carriera, si può però chiedere che non siano mantenuti sistemi di promozione atti a porre i magistrati pìu giovani e di grado. piu basso in grave stato di inferiorità rispetto ai magistrati anziani e di grado piu alto, e siano invece adottati sistemi quanto piu possibile oggettivi. In questo ori-entaniento, l'Associazione nazionale dei magistrati si batte da tempo perché sia abolito il cosididetto << co-ncorso per titoli». Il concorso per titoli, con il quale si può passare da giudice a consigliere d' appello e da consigliere d'appello a consigliere di cassazione, comporta una valutazione dei magistrati, sulla base dei << titoli>> costituiti dalle Biblioteca Gino ■ 1anco r

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==