Passato e Presente - anno III - n. 13 - gen.-feb. 1960

URSS 1960 1653 queste occasioni, contrarie a · drammatizzare e a riconoscere pubblicamente i dissensi (né si è saputo quale fosse l'esatta posizione di Kiricenko in simili conflitti di tendenze: è anche circolata la tesi, non si sa quanto attendibile, che egli, come capo dell'organizzazione, fosse con- , trario al decentramento della MVD). · Un ultimo atto del Comitato centrale è interessante ricordare: il documento sulla propaganda e l'ideologia, diffuso tra la riunione dedicata ali'agricoltura e la sessione del Soviet. Questo lungo documento, estremamente critico a tutti i livelli del. partito (da quelli di base ai comitati centrali di Repubblica, fino agli istituti centrali di marxismoleninismo e di scienze sociali), può essere sintetizzato in tre parti essenziali. La prima, molto dura nel tono che suona perfino scherno, è un atto d'accusa alle sopravvivenze dogmatiche, cioè staliniste, che con le s_terili formule e gli slogans di arida e piatta propaganda inquinano il partito senza fargli comprendere il significato dei cambiamenti interv.enuti dop,o il XX congresso. Questa parte_ d~l documento è am·piame,nte positiva e testimonia un impegno di coerenza nel senso della destalinizzazione. Il documento affronta .poi un aspetto attuale del decentramento amm·inistrativo ed economico promosso da Krusciov, in linea col XX congresso: quello «nazionale» cost come si è andato decantando negli ultimi tempi. Varie informazioni avevano già indicato il sorgere di istanze ·.di autonomia in singole Repubbliche (diverse sono state le sostituzioni nelle gerarchie periferiche), e spesso si era compreso che i sov.narcos (consigli economici regionali) tendevano anch'essi a scegliere, nei limiti ridotti di loro competenza, piu il benessere immediato delle popolazioni che lo sforzo richiesto. dai pianificatori centrali. Il CC blocca _queste istanze autonomistiche e accusa i suoi promotori di « nazionali.- smo » (c'è un certo parallelismo con la chiusura verso i co1lcos). Infine vi è la parte - genericamente « anti-revisionistica » ---:-che suona condanna nei confronti di una possibile «tregua» con le ideologie borghes~ o .definite tali. L'accusato è in questo caso soprattutto il « cosmopolitismo». Il docume'!],tOnon analizza a fondo la questione e tende ad applicare l'etichetta di « borghesi» anche alle richieste - latenti in campo comunista, e non solo sovietico - di tipo libertario. Su questo terreno viene espressa un'ulteriore chiusura, con la spi.egazione che distensione internazionale non vuol dire, appunto, « tregua ideologica». Dal che si deduce, concludendo, che tutti i fatti di politica estera e if!,terna fin qui segnalati hanno - si può dire - la medesima impronta contraddittoria: insieme di progresso e di conservazione. Progresso: nella ;mobilitazione di un apparato militare o amministrativo supe2 • · Biblioteca Gino Bianco

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