URSS 1960 1649 dai dibattiti (come quello di fine dicembre in seno al Comitato centrale del partito); altri sono avvertibili se si presta attenzione a certe sfumature illogiche, a certi ridimensionamenti nell'alta gerarchia. Cominciamo dal disarmo, il punto ali'ordine del giorno nella ses- . sione del Soviet supremo di gennaio. Krusciov annunciava, in quella sede, la smobilitazione di I milione ZOO mila uomini: una decisione che si è sottolineato essere unilaterale, anche se attuabile in due anni. Una mossa certamente distensiva, e come tale accolta nella maggior parte dei commenti internazionali. Nello stesso tempo, però, Krusciov faceva due importanti precisazioni: la prima - e· di ciò va dato atto alla sua lea/,- tà -, che il provvedimento era consentito dall'enorme potenza raggiunta dall'Unione Sovietica nei, campi nucleare e missilistico; la seconda - apparentemente inspiegabile -, che « nuove armi >> di potenza « incredibile >> erano gi,à in fase di progettazione nei laboratori di ricerca e nelle fabbriche belliche sovietiche. La prima precisazione sarebbe stata piu che sufficiente come garanzia verso l'opinione pubblica interna e come monito verso quella esterna, essendo tutti al corrente dei grandiosi risultati .rcientifico-mjlitari dei sovietici. Perché, dunque, anche la seconda precisazione, che inevitabilmente avrebbe assunto un carattere minaccioso, a danno dello stesso effetto distensivo del primo annuncio? Per il desiderio di stravincere? Non siamo a questo punto. Per bluffa.re? / sovietici l'han finora sempre evitato, specie in questioni cost delicate. Per un eccesso di lealtà? Sembra improbabile: intanto i sovietici, se non hanno finora mai bluffato in fatto di atomiche e di razzi, non hannò nemmeno usato anticipare certi loro risultati, e non era proprio ·it caso di farlo ora con un argomento simile, per i riflessi e la psicosi che avrebbe determinato. La risposta a tale apparente illogicità è -probabilmente un'altra, e non deriva forse tanto dal. bisogno di tranquillizzare l'opinione pubblica interna o ammonire quella esterna, quanto dalla necessità, per ragioni interne piu delicate, di fornire una nuova dimensione al problema del disarmo. Già nel discorso pronunciato in sede di Nazioni Unite ( durante il viaggio che culminò a Camp David) Krusciov aveva aperto uno spiraglio su questa nuova dimensione illustrando il suo piano di disarmo « integrale.». Se è vero infatti che la proposta è suggestiva, e risponde alle aspirazioni dell'uomo del/~ strada, è altrettanto vero che una simile· concezione totale è difficilmente trasferi.bile in provvedimenti ,pratici e soprattutto di ràpida attuazione. Nel discorso all'ONU, comunque, prfdominava l'accento posto su una prospettiva finalistica che, per quanto lontana, rifletteva una delle piu prof onde aspirazioni umane: l'abolizione della guerra tramite la collettiva ripulsa dei mezzi che la con-- sentono. Nel discorso al Soviet l'accento si è invece sensibilmente spostato,. nella ricerca di un equilibrlo fra l'impegno di disarmo e la riafBiblioteca Gino Bianco
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