Passato e Presente - anno III - n. 13 - gen.-feb. 1960

1648 Commenti quello caratteristico, . che rivela il vizio intrinseco a entrambi. In tutti e due i casi si ha una rinuncia ad accettare la sfida del neocapitalismo sul terreno concreto e a,tJtuaile del progresso tecnico .e dello sviluppo economico, a intervenire per indirizzare la spinta delle forze -produttive verso forme piu avanzate di organizzazione economica: da una parte si svolge un'azione di retroguardia in difesa di situazioni che il progresso tecnico ed economico tende a superare e che coincidono con il ,pi,u gretto conservatorismo di ceti piccolo-borghesi e con un nazionalismo di sapore autarchico; dall'altra si declina ogni responsabilità fino a quando la conquista del potere non consenta il rivo!gimento totale del sistema. Sono due rèmore dalle quali il movimento operaio deve svincolarsi se non vuol rimaner succube d; un neocapitalismo che è assai,piu corpulento di quanto non lo dipingano certe spettrali rappresentazioni. Ed è capace di svincolarsene, come dimostrano f ·Temi· per iil V con,gresso dehla CGIL, di cui si occupa in questo stesso fascicolo Franco Momigliano ... Un confronto anche sommario fra il program1na di politica economica contenuto in questo documento e quello abbozzato nell'appello dei l7 partiti comunisti è sufficiente per mettere in luce le differenze sostanziali non solo negli obiettivi specifici ma addirittura nel modo di concepire la politica economica del movimento operaio di fronte al ca-pi.talismo monopolistico. Mentre nel documento comunista non s'incontra una sola volta il termine e il concetto di « sviluppo economico >> ma si parla sempre e soltanto di difesa di interessi, di conrtrollo per limitare o impedire il predominio dei monopoli, il documento sindacale pone risolutamente al centro del suo programma l'esigenza dello sviluppo economi:co e del pieno impiego e propone le riforme di struttura non come difesa contro i monopoli ma come strumento per la « attuazione di un programma di sviluppo >>. Ciò con/ erma non soltanto la capacità del movimento· operaio di trovare la strada giusta, ma anche l'importanza sempre maggiore del sin4acato nello stato democratico. a. g. LE ALTERNATIVE DELL'URSS 1960. Il 1960 è cominciato a Mosca con un riesame di fondo che ha investito sia la politica estera che quella interna. Diverse tracce indicano che i dirigenti sovietici erano divisi su alcuni indirizzi fondamentali: essi riguardavano il disarmo, la democratizzazione interna, la politica economica specie nel settore agricolo. Alcuni di questi dissensi sono emersi Biblioteca Gino Bianco

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