Neocapitalismo .1647 se » che debba mutare il suo contenuto, le sue interne articolazioni e i suoi' agganci a· una realtà esterna certamente mutata nel corso· di un , secolo? Ch·e il processo di alienazione attraverso il quale si forma la coscienza di classe del proletariato non si svolga piu nd termini ai quali continuano· a richiamarsi certi sommari giudizi sul neocapitalismo?· Che il riferimento a ·modelli' astratti o esterni di « soci.alismo >> non possa surrogare l'elaborazione di programmi socialisti e di valori soci.alisti da contrapporre hic et nunc ai valori e alle prospettive neocapitalistiche? Che misurate in porzioni di benessere le ipotesi del social-ismo non ne~ scano a controbattere le realtà del Welfa.re Sta.te? Simili dubbi - chè assillano tanta parte dell'intelligenza socialista in Europa - non hanno. sfiorato gli estensori di quei documenti. Avviene cost che il loro neocapitalismo o· i loro monopoli appaiono soltanto degli incubi, dei mostri,, degli .rpettri; mentre sono una realtà che non basta aggredire con ana-· temi ideologici ma bisogna affrontare con l'azione politica da ruttrl. i Jati. . · I due documenti vedono un lato solo, quello dei rapporti di sfruttamento e di oppressione che instaura il (neo)capitalismo. E chi non lo vede, se non chi ha interesse a non vederlo? Marx però ci ha insegnato1 a guardare contemporaneamente l'altro lato, quello delle forze produttive. Eccoèi allora .davanti al progresso tecnico e al problema del suo incontro con la cosciènza di classe. I due documenti lo ignorano (o lo demandano al socialismo che dovrà venire): mentre è questa la tigre da cavalcare, non domani ma oggi. E' il progresso tecnico - lo sviluppo delle forze produttive - il cuneo che scardina il sistema capitalistico - i suoi rapporti di produzione - approfondendone le contraddizioni tra carattere sociale della produzione e appropriazione privata del prodotto e del potere: I capitalisti piu accorti lo hanno capito e sono corsi ai ripari, non solo con le ideologie, ma anche con le tecniche - economiche, soci.ologiche, organizzative, propagandistiche, sindacali - del neocapitalismo. Possibile che non debbano accorgersene i marxisti, o che accorgendosene non avvertano la necessità di rivedere il loro armamentario tecnico? Possibile che si continui a combattere il neocapitalismo con le lamentele o le invettive? Si vede quel che producono le une e le altre sul piano if ell'azione politica: le prime conducono i 17 partiti comunisti a enunciare rivendicazioni di una cautela riformistica da far invidia ai soda/,- democratici di Bad Godesberg e di una generidtà « democratica » (questo aggettivo è ripetuto decine di volte nel loro documento) da far fremere nella tomba le ossa di Marx-Engels-Lenin-Stalin; le seconde proiettano in una futura « fase stanca » la « ascesa al potere pubblico delle classi lavoratrici» pure da ogni contaminazione neocapitalistica. . Le conclusioni sono perciò divergenti rispetto alle comuni premesse: tendono verso i due opposti ricorrenti atteggiamenti del riformismo e del massimalismo. 'Nonostante la divergenza, è però l'elemento comune • ·.Biblioteca Gino Bianco •
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