1746 Domenico Settembrini Però c'era il fatto che l'URSS aveva firmato la famosa dichiarazione del 30 ottobre, e la stampa comunista riportava con compiacimento la notizia <lel ritiro delle trup·pe sovietiche verso i confini. Come giustificare questo com1 portamento? Se l'internazionalismo proletario dà all'UR1 SS il diritto e il ·dovere di intervenire a difesa del partito quand·o gli operai << sbagliano », perché l'URSS sembrava venir meno al suo compito? Nel rispondere a questo quesito non chiaramente espresso, ma imp1icito in tutto ciò che aveva fino ad allora detto, Togliatti ci fece la dichiarazione piu interessante di tutto il colloquio. I compagni sovietici, disse, sono stati messi dall'inettitudine e dalle colpe dei dirigenti ungheresi in u·n vero ginepraio da c,ui è im1 possibile giudicare a distanza quale sia la migliore via d'uscita. Se non intervengono è la controrivoluzione, ma lo sfasciamento del partito ungherese e del governo, l'inesistenza di un centro rivoluzionario, immune dall'influenza dei revisionisti .·e della reazione, ferma1nente .. deciso a resistere per difendere le conquiste socialiste realizzate in dodici anni di governo popolare, rendeva, a -.suo giu-dizio, estremamente problematica una scelta diversa. In sostanza Togliatti ammetteva che il partito era andato in pezzi e mancava quin,di la base per un ulteriore intervento sovietico, che non suonasse come brutale ingerenza negli affari interni di un altro paese. Riconosceva che di fronte ai dirigenti dell'URS·S stavano due strade, ognuna col suo pro e il suo contro. Non vorrei sbagliarmi, ~a mi restò anzi l'impressione che Togliatti con1 siderasse l'intervento come la scelta 1 piu pericolosa, o comunque come quella che piu probabilmente i sovietici avrebbero finito collo scartare. L'affermazione che << li avremmo dovuti criticare se non fossero intervenuti», contenuta piu tardi in un articolo di Togliatti su « l'U·nità » (6 novem·bre), Tispondeva alla migùiore situazione cr-eata dal distacco del gruppo di Kadar dal governo Nagy, e dalla rapida eliminazione della rivblta, che rendevano piu agevole il ·tradizionale allineamento con la linea ufficiale del partito sovietico. Ma sta di fatto che la tesi ufficiale jugoslava, esposta dopo il secondo intervento sovietico nel famoso discorso di Kardelj, non differiva di molto da quanto Togliatti ci aveva detto il 3 novembre. A noi che gli riferivamo la favorevole im1 pressione suscitata dalle note dichiarazioni -di Di Vittorio a sostegno del moto popolare, Togliatti replicò seccamente: << Di Vittorio è un sentimentale, non ·un politico! ». L'unica giustiificazione possibile del suo atteggiamento era da vedere nella preoccu·pazione di non rompere la CGIL: il partito Biblioteca Gino Bianco
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